Verso le elezioni regionali: intervista a Domenico Gattuso

Mancano ormai meno di dieci giorni a quelle che paiono essere le più importanti elezioni legislative calabresi degli ultimi decenni. Chi governerà la nostra regione nei prossimi anni, riceverà infatti in eredità un fardello di debiti ed anomalie di gestione della cosa pubblica, che si trascina ormai da tempo immemore. Non sarà un compito facile, in un’epoca in cui la maggior parte dei cittadini calabresi (ed italiani) si è definitivamente allontanata dalla politica, della quale si fida ormai sempre meno, con l’unico risultato di far trionfare un partito che non ha alcun leader o candidato: ci riferiamo al partito dell’astensione. 

L’Associazione Ferrovie in Calabria, però, nei limiti delle proprie possibilità e soprattutto della disponibilità dei candidati, prosegue la campagna di interviste agli aspiranti alla presidenza della regione Calabria, per rendersi utile alla collettività e portare a conoscenza dei nostri lettori, quali siano i programmi e le aspettative dei vari partiti e movimenti politici, nel campo dei trasporti.
Dopo il blitz a sorpresa che abbiamo effettuato lo scorso 21 settembre, data in cui abbiamo intervistato Mario Oliverio, colui che a seguito delle vittoria delle primarie sarebbe diventato il candidato presidente del Partito Democratico, per il momento l’altro probabile presidente della Regione Calabria che ha risposto al nostro appello, è stato Domenico Gattuso. 

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Professore ordinario di Trasporti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e fondatore del Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali, non è ovviamente “nuovo” nelle pagine di Ferrovie in Calabria: il suo impegno per la difesa del trasporto su rotaia nella nostra regione, affonda le radici in battaglie apolitiche che si susseguono da anni. Sono stati tantissimi i sit-in e le conferenze pro-ferrovia, alle quali abbiamo partecipato fianco a fianco con Domenico Gattuso. Dopo l’esperienza politica con il partito di sinistra “L’altra Europa con Tsipras”, con il quale il Prof. Gattuso è stato candidato alle scorse elezioni europee, il docente universitario ha rinnovato il proprio impegno sociale con la candidatura alle imminenti elezioni regionali con la lista “L’altra Calabria”, chiaramente ispirata agli ideali politici di Tsipras.

Lo scorso martedì 11 novembre, quando abbiamo intervistato il Prof. Gattuso alla stazione ferroviaria di Soverato, il ruolo dell’Associazione Ferrovie in Calabria, come abbiamo sottolineato in occasione dell’intervista a Mario Oliverio, si è fatto però super partes. Lo scopo di queste nostre interviste è infatti quello di offrire ai nostri lettori, una visione imparziale dei programmi elettorali delle cinque liste, ovviamente focalizzandoci nel campo dei trasporti – in primis ferroviari – in Calabria. Proprio per questa motivazione, abbiamo scelto tre domande fisse che sottoporremo ad ogni candidato. 

Anche questa volta, perciò, abbiamo esordito con il seguente quesito:

“Professore Gattuso, come ormai noto, la Calabria nel campo dei trasporti sta attraversando un momento difficilissimo, e chi la dovrà governare nei prossimi anni, “erediterà” milioni di Euro di debiti (per es. i circa 100 milioni tra Regione Calabria e Trenitalia Divisione Trasporto Regionale) e soprattutto tantissime criticità fatte di sovrapposizioni vettoriali e inefficienze di servizio. Come agirebbe lei, assieme ad una sua squadra di governo, per rilanciare il tpl calabrese in un contesto complessivo sicuramente non roseo?”

La risposta di Gattuso è stata secca e chiara: il primo passo per il rilancio del TPL calabrese, consiste nell’istituzione di un tavolo tecnico permanente composto da comitati di cittadini e pendolari, amministratori locali e tecnici. Ogni voce deve essere ascoltata, in primis quella dell’utenza pendolare che quotidianamente si serve dei mezzi pubblici, che siano su rotaia o su gomma. Chi meglio dei pendolari può esprimere critiche e proposte per migliorare un servizio di cui quotidianamente si servono? Il secondo punto, per quanto riguarda il trasporto ferroviario, riguarda la battaglia politica per l’immediata sospensione del provvedimento di “right sizing” di RFI, che prevede il declassamento a fermate di 13 stazioni ferroviarie tra Reggio Calabria Centrale e Metaponto, sulla linea Jonica, con ovvie ripercussioni sulle potenzialità di traffico e regolarità di circolazione della linea ferroviaria. La soppressione dei binari di incrocio, già avvenuta in luglio a Marina di San Lorenzo, rischia di rappresentare il primo passo verso la chiusura dell’intera linea jonica, nell’indifferenza più totale dei politici che hanno governato la Calabria fino ad oggi.
Terzo punto, irrinunciabile, è il “dirottamento” degli 80 milioni di Euro stanziati nel 2012 dal Ministero per la Coesione Territoriale e destinati ad una poco chiara elettrificazione di un tratto di ferrovia Jonica (nello specifico segnaliamo che gli 80 milioni sarebbero destinati all’elettrificazione della Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale). Un “dirottamento” che permetterebbe di riutilizzare questi fondi per l’acquisto di 15 treni a trazione diesel di ultima generazione, per rinnovare e potenziare il servizio ferroviario regionale sulla linea Jonica. 
Per quanto riguarda i debiti precessi tra Regione Calabria e Trenitalia, la strada da seguire secondo Gattuso, è sicuramente quella della creazione di un reale piano regionale dei trasporti, che permetta di ottimizzare le risorse che attualmente la Regione stanzia per il TPL, con gravi squilibri tra quello su gomma e quello su rotaia, riferendosi chiaramente alle assurde sovrapposizioni gomma/ferro che insistono in particolare sul versante Jonico, e che provocano un notevole sperpero di denaro pubblico. La strategia da utilizzare è quella di prevedere alcuni “assi forti” rappresentati dalle linee ferroviarie, che dovrebbero essere l’unico vettore di TPL dove esistenti, ed utilizzare il trasporto su gomma non in sovrapposizione ai treni, bensì in integrazione ad essi, collegando le aree (specie dell’entroterra, oggi ai limiti dell’isolamento) non servite dai binari, con le stazioni ferroviarie poste sulla costa.
In breve, occorre cambiare registro, attraverso una programmazione più oculata e rispondente alle esigenze della popolazione piuttosto che agli interessi di gruppi di affari. Occorre puntare su progetti fattibili in tempi rapidi e con personalità qualificate. Costruire una squadra di tecnici di alto profilo (sforniamo laureati di pregio e oggi li mandiamo via dalla Calabria), porre mano davvero al Piano Regionale dei Trasporti, assumere persone competenti (e non politici) alla guida degli enti come Ferrovie della Calabria o Autorità Portuali attraverso procedure trasparenti.

Passiamo così al secondo quesito:

Cosa ne pensa dell’assenza di importanti investimenti nel campo delle infrastrutture ferroviarie in Calabria, all’interno del Decreto “Sblocca Italia” del Governo? L’esempio lampante è la ferrovia Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, oggi in condizioni precarie di esercizio, con elevati tempi di percorrenza e scarsa offerta, ma che se potenziata potrebbe rappresentare un veicolo di rilancio per l’economia di Catanzaro e della fascia jonica. Ricordiamo che la nuova stazione di Catanzaro, si trova proprio nei pressi della costruenda Cittadella Regionale, del Policlinico Universitario e di altre attività produttive…

“Il decreto Sblocca-Italia, convertito definitivamente in legge dal Parlamento il 5 novembre scorso, è un autentico “mostro” politico e giuridico, che tradisce lo spirito neo-liberista che anima l’azione del Governo in carica e che prova – semmai ce ne fosse bisogno – come nel nostro Paese il Parlamento sia ormai ridotto a mero simulacro della democrazia. Con il decreto licenziato, che anticipa soltanto di pochi mesi la riforma costituzionale del Titolo V, l’Esecutivo e la maggioranza che lo sostiene sferrano un vero e proprio attacco ai beni comuni, all’ambiente, alla salute, alla volontà e agli interessi economici dei cittadini, al fine di salvaguardare gli interessi privati delle grandi lobbies. Esso apre ad un modello di sviluppo economico non più sostenibile, che fa compiere all’Italia un salto indietro di cent’anni.
Nel Decreto Sblocca Italia del Governo Renzi, la Calabria, nel campo delle infrastrutture di trasporto è totalmente ignorata (investimenti quasi zero). Occorre un cambio radicale di strategia da parte della Regione che avanzi proprie credibili e motivate proposte di infrastrutturazione, rispondenti alle reali esigenze della comunità, e si faccia rispettare con autorevolezza in sede nazionale ed internazionale. In questo ambito riveste particolare importanza anche il sistema ferroviario catanzarese per il quale abbiamo presentato da tempo un progetto integrato che prevede anche il recupero funzionale della vecchia linea e della stazione di Catanzaro Sala, oggi tristemente abbandonata, ed un potenziamento dei servizi ferroviari in termini di treni moderni, frequenze proporzionate, standard di qualità europei.” La risposta del Prof. Gattuso è ovviamente condivisibile, in quanto sostenuta dai fatti. Secondo il docente universitario, le grandi opere sono spesso, una fucina di tangenti ed interessi particolaristici. Per quanto riguarda la Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, per esempio, la priorità è quella di mettere in sicurezza l’attuale tracciato e ripristinare servizi ferroviari diretti da Crotone e Roccella Jonica verso Lamezia Terme Centrale. Per quanto riguarda il collegamento dall’aeroporto alla stazione ferroviaria, la soluzione auspicabile proposta da Gattuso riguarda la costruzione di un sistema di “minimetrò”, navetta a tecnologia avanzata molto simile a quella in costruzione tra la stazione e l’aeroporto di Pisa. Ma anche per gli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria, per garantire la loro sopravvivenza, è assolutamente necessaria la costituzione di una rete di trasporto pubblico integrata che migliori l’accessibilità delle due aerostazioni costantemente a rischio chiusura. Assurdo discutere sulla costruzione di un nuovo aeroporto nella sibaritide, della metropolitana di Cosenza o di una fantomatica metropolitana di superficie tra Crotone e Sibari, se non si è in grado di mantenere in stato di efficienza le infrastrutture già esistenti, come per esempio la ferrovia Catanzaro – Cosenza di Ferrovie della Calabria.

Ed a proposito di Ferrovie della Calabria, il Prof. Gattuso ci avvia verso la terza domanda:

“Professore, la ferrovia Catanzaro – Cosenza è oggi interrotta nel tratto Soveria Mannelli – Marzi: paradossale che due capoluoghi e soprattutto due centri universitari come Catanzaro e Cosenza, che saranno anche serviti da sistemi metropolitani, non siano più collegati direttamente da una linea ferroviaria che è necessaria anche per i centri intermedi serviti. Cosa ne pensa? Cosa ne pensa, inoltre, del travagliato progetto della metropolitana di Cosenza?”

Come anticipato, Gattuso ritiene chiaramente assurdo discutere di Pendolo a Catanzaro o di metropolitana di Cosenza (opera ritenuta costosa, sovradimensionata e poco funzionale, e lo stallo progettuale della stessa porterà al disimpegno di oltre 100 milioni di fondi comunitari), se poi l’asse portante tra Catanzaro e Cosenza, rappresentato dalla linea a scartamento ridotto delle Ferrovie della Calabria risulta interrotta da anni. Il totale abbandono infrastrutturale della linea ha portato a criticità di dissesto idrogeologico, comportando anche rischi all’utenza (ma questo è accaduto anche sulla rete RFI, tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale, con il crollo del ponte di Marcellinara). I fondi comunitari, prima che in discutibili sistemi metropolitani, andrebbero dirottati nel mantenimento e nel rilancio di ciò che già esiste: diversamente, si cade ancora nella spirale degli interessi particolari di lobby del cemento, che nulla hanno a che fare con le necessità dei cittadini. Se quelle risorse fossero state destinate su interventi diffusi ed utili come l’acquisto di veicoli (bus e treni), una linea maestra di BELS (Bus ad Elevato Livello di Servizio), e tecnologie avanzate, ed altre misure tipicamente adottate nelle città (es. Smart cities) forse oggi avremmo un trasporto pubblico più qualificato sia nell’agglomerazione cosentina che sulla ferrovia. Noi abbiamo progetti seri, il ceto politico dominante ha fallito e dovrebbe lasciare il campo.
Anche per le ferrovie taurensi, delle quali oggi si sta ripristinando il solo tratto Gioia Tauro – Palmi, è stato stimato un costo per il ripristino pari a 6 milioni di Euro, una cifra assolutamente sostenibile, se paragonata a quelle 20 volte superiori previste per la costruzione di opere metropolitane di dubbia utilità.

La nostra intervista si è quindi conclusa qui, nello stesso momento in cui l’InterCity 559 Taranto – Reggio Calabria lasciava la stazione di Soverato: per completezza, segnaliamo che il programma elettorale online de “L’altra Calabria” è consultabile a questo link, all’interno del quale sono riassunte anche le strategie di rilancio dell’intermodalità nel porto di Gioia Tauro e delle infrastrutture stradali ed aeroportuali calabresi. 
Nei prossimi giorni cercheremo di ricevere l’attenzione anche degli altri candidati: se la loro disponibilità si rivelerà nulla, come avvenuto fino ad ora, nel piccolo del nostro campo associativo trarremo le dovute conclusioni, così come le trarranno i nostri lettori.

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