…e finalmente ecco il T.E.E. sulla Jonica!

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E’ chiaro che non ci riferiamo alla ben nota bevanda delle 17:00!
Dopo la suspense introdotta dal lancio, tramite banner pubblicato a lato, del racconto del nostro collaboratore Sergio Grasso “Quando anche a Locri si fermavano i T.E.E.”, possiamo finalmente presentarvi ufficialmente ed esaustivamente questo lavoro decisamente interessante, non fosse altro perchè ha come sfondo il territorio che maggiormente ci sta a cuore. Il filo narrativo dell’opera, incentrata sull’epopea dei prestigiosi complessi binati Breda, protagonisti delle mitiche relazioni T.E.E. (Trans Europ Express), fra Milano Centrale ed alcune importanti città europee, si svolge, ebbene sì, sui binari della nostra amata ferrovia Jonica! Avete letto bene, ancora una volta, dopo l’avvistamento di Babbo Natale a bordo di una ALn668, vi risulterà difficile credere (non siamo impazziti!) che anche le rotaie della Metaponto – Reggio Calabria, siano state calcate da rotabili così blasonati e dal pedigree internazionale.
Lo scopo di Sergio Grasso, in effetti, è proprio questo: rammentarla non solo agli appassionati, questa felice ed aurea parentesi della linea Jonica, che probabilmente già la conosceranno, ma all’immemore e generica collettività regionale, che molto più facilmente conserva i ricordi negativi e non quelli positivi, che pur in brevi periodi, hanno contrassegnato la storia della nostra terra.
Vi abbiamo già tenuto abbastanza sulle spine: entriamo subito nell’argomento, anticipandovi prima le note dell’autore, ed a seguire la recensione dell’opera, redatta in occasione di un incontro con relativa intervista all’amico Sergio!

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La nostra recensione:

Il racconto – (in formato poco meno di A4, con 5 pagine di fitto testo, una tabella relativa ad un orario del ’72 minuziosamente ricostruito, più 13 pagine con 28 splendide foto, di cui alcune storiche e poco note in b/n, corredate di dettagliatissime, corpose e gustose didascalie ricche di ulteriori interessanti particolari: una vera e propria manna per il lettore appassionato della materia, ma che catturano l’attenzione di tutti) – , dopo una breve, scenografica ed ispirata descrizione dei paesaggi attraversati dalla ferrovia Jonica, prende lo spunto da un vivido ricordo legato ad un evento adolescenziale dell’autore, che durante una delle sue escursioni amatoriali presso la stazione ferroviaria di Locri, inaspettatamente si trova al cospetto di un meraviglioso treno mai visto prima, il Binato Breda ex TEE 442/448 che, negli anni immediatamente precedenti, aveva appena finito di svolgere le prestigiose relazioni internazionali “Trans Europ Express” tra Milano e alcune importanti città europee. Il fantasma di questo treno, scomparso dopo pochissimo tempo dai binari jonici, rimane in tutti questi anni indelebilmente impresso nella memoria dell’autore (lo stesso non accadde però per quella di quasi tutti i suoi conterranei, coevi e non), tormentandolo nostalgicamente. Invano ne cercherà le tracce, fino a non molti anni fa, quando riuscirà finalmente, con più tempo a disposizione e reperite le fonti appropriate, a ripercorrere la storia e a conoscere tutte le caratteristiche di questo rotabile. Ed è quindi partendo da questo “ricordo ritrovato” che Sergio Grasso si produce in uno struggente ed appassionato amarcord, prendendoci per mano ed accompagnandoci alla riscoperta di emozioni sedimentate sul fondo del nostro contenitore mnemonico, emozioni inconsapevolmente comuni, sepolte dalle preoccupazioni contemporanee nel cui vortice tutti, freneticamente e drammaticamente, veniamo risucchiati. La ricostruzione dell’atmosfera di quei tempi, dell’attesa del treno in stazione, con la descrizione dei rumori, dei colori e degli odori, costituisce forse il momento più poetico e suggestivo, di autentico pathos, in questo racconto di un appassionato “innamorato” che vuol fare “innamorare” anche il più disincantato dei lettori. Riuscendoci mirabilmente. La successiva descrizione storiografica dell’epopea di queste macchine, mette in evidenza la padronanza senza incertezze dell’argomento, in chiave storica, e soprattutto tecnica, di chi scrive; non manca un’ulteriore interessante ed erudita analisi sociologica relativamente ai trasporti ferroviari ed agli spostamenti prevalenti dei flussi viaggiatori del tempo: emblematico il riferimento alla fiera del Levante di Bari. Costringe a un’ineludibile riflessione, infine, il tono dal risvolto etico-morale che colora il tratto conclusivo del racconto: Grasso sferza metaforicamente sé stesso ed i lettori suoi conterranei, a cui è dedicato lo scritto, al fine di scuoterli dall’atavica ignavia che continua ad imperare sovrana fra gli abitanti delle sue terre, ma lo fa con un’esortazione che, pur ferma, appare pacata e gentile, lungi dall’assumere toni estremistici ed astiosi. E lascia il lettore, nonostante l’aureola malinconica per il non lieto fine del narrato, con un compiaciuto e malcelato sorriso di commozione: per quello che potevamo essere e non siamo stati, ma che con l’impegno di tutti potremmo ancora divenire. Non c’è che dire quindi: un bel racconto ed un pezzetto di storia locale, che coinvolge e fa bene al cuore. Sarebbe un vero peccato perderlo.

Con il permesso dell’autore, eccovi alcune foto di pagine interne dell’opera:

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Ci ha profondamente colpiti la considerazione evidenziata in grassetto nelle righe finali della narrazione di Sergio, perchè si identifica pienamente con la filosofia di Ferrovie in Calabria, più volte ribadita tra le righe di questo blog:

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Un’esortazione che tutti gli abitanti della fascia Jonica dovrebbero fare propria, a maggior ragione in un momento come questo, in cui la probabile dismissione della Metaponto – Reggio Calabria viene paventata da sempre più fonti. Una preoccupante anticipazione l’abbiamo già avuta con la soppressione del servizio viaggiatori sul tratto Sibari – Taranto, a partire dallo scorso 9 dicembre.

Confermandovi quanto già inserito nel banner di lancio di Ferrovie in Calabria (presente ormai da più giorni), il costo della pubblicazione è di soli € 7,00 (in pratica, come ci ha assicurato Sergio, il costo vivo della stampa), acquistandola direttamente a Locri, presso i seguenti punti vendita:

– Bar Edicola “Roxy Bar” (di fronte Liceo Classico);
– Edicola Tabacchi di Anna Baldassarre, via Garibaldi (presso caserma CC);
– Edicola Tabacchi, Piazza Tribunale;
– Edilcolor di Sergio Grasso (attività commerciale dell’autore, accanto Liceo Classico).

Per chi invece volesse riceverla direttamente a casa, con un modico sovrapprezzo di € 2,00 (Posta Prioritaria), le possibilità di pagamento sono le seguenti:

– Bonifico bancario di € 9,00, da effettuare su C/C bancario dell’autore, che comunicherà il relativo IBAN, successivamente a specifica richiesta per email, all’indirizzo sergiograsso@hotmail.it

…perciò, con l’avvicinarsi delle feste natalizie e per il prezzo assolutamente accessibile (considerando le ben note difficoltà economiche odierne), non rinunciate a concedervi un regalo che vi farà piacevolmente e nostalgicamente riassaporare gradevoli atmosfere passate. Inoltre, ci dimostrerete che la nostra lotta per la salvaguardia di una via di comunicazione indispensabile per lo sviluppo della Calabria, è finalmente condivisa da un pubblico più ampio.

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