La metropolitana taurense diventa pista ciclabile? Uno scempio da evitare!

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Una cosa è certa: la Regione Calabria, in tema di trasporti, non smette mai di stupire (in negativo) l’intera nazione. 

In controtendenza con quanto annunciato in questi mesi dal Presidente Oliverio e dall’Assessore ai Trasporti De Gaetano in tema di mobilità, è giunta proprio ieri la notizia di un nuovo potenziale scippo ai danni della mobilità nella Piana di Gioia Tauro, da decenni considerata come area strategica per tutta la nostra regione, da potenziare a livello di trasporto merci ma anche passeggeri e soprattutto pendolare. Proclami che sono sempre caduti nel nulla, proprio mentre via via tutto il territorio perdeva sempre più pezzi di sistemi di trasporto, a partire proprio dalle importantissime Ferrovie Taurensi tra Gioia Tauro e Cinquefrondi e tra Gioia Tauro e Sinopoli. 

Sembrerà incredibile, ma mentre dopo infinite battaglie si è riusciti ad ottenere il ripristino della tratta Gioia Tauro – Palmi, sulla quale sono in corso i lavori di recupero dell’infrastruttura, pare che l’intero sistema ferroviario a scartamento ridotto della Piana venga riconvertito in pista ciclabile. 
Ad annunciarlo il Vice presidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino che, a riguardo, ha voluto ribadire “la necessità di ridare valore e prospettiva ad una infrastruttura che è stata preziosa per la Piana di Gioia Tauro”.

E’ stata preziosa, o forse E’ ancora preziosa, oggi più che mai? Riteniamo assolutamente offensivo nei confronti di tutto il territorio della Piana, ridurre quella che dovrebbe essere una vera e propria metropolitana leggera, a mera pista ciclabile da destinare a presunti fini turistici, in un territorio (forse l’unico in Calabria) dove l’unica vocazione dovrebbe essere quella commerciale e industriale, e dove il bisogno di mobilità veloce e sicura dovrebbe rappresentare una priorità sia per la Regione Calabria che per le amministrazioni provinciali e comunali. 
La chiusura della ferrovia Gioia Tauro – Cinquefrondi ha provocato un enorme incremento di traffico veicolare sulla malmessa viabilità locale, a partire dalla disastrata Strada Provinciale 1 Gioia Tauro – Locri, e finendo alla pericolosissima Strada di Grande Comunicazione 682 “Jonio-Tirreno”. Anche gli stessi autobus sostitutivi, che hanno preso il posto della famosa “Littorina”, tra Gioia Tauro e Cinquefrondi impiegano il doppio del tempo rispetto al treno per percorrere lo stesso itinerario. Specifichiamo, tra l’altro, che stiamo proponendo un paragone legato ai tempi di percorrenza pre-chiusura della linea ferroviaria, che a causa delle cattive condizioni del binario, veniva percorsa a non più di 50 km/h! 
Ma non è accettabile neppure la scusa della scarsa frequentazione, ovviamente, visto che i treni sulla tratta Gioia Tauro – Cinquefrondi erano costantemente sovraffollati ed addirittura insufficienti per numero e capienza, per garantire un servizio adeguato alla fortissima richiesta di mobilità di quel territorio, sul quale gravita il Porto di Gioia Tauro, che da solo genera un movimento di centinaia di lavoratori. Territorio sul quale, ricordiamo, sono distribuiti oltre 50.000 abitanti tra Rizziconi, Polistena, Cittanova, Taurianova e Cinquefrondi, tutti centri abitati (tra l’altro sede di istituti scolastici superiori) serviti dallo storico binario a scartamento ridotto di Ferrovie della Calabria. 

Riteniamo sia assolutamente ridicolo e fuorviante, da parte di Regione Calabria e Provincia di Reggio Calabria, parlare di sostenibilità ambientale e mobilità sostenibile, portando avanti un progetto che non farà altro che favorire ulteriormente il trasporto su gomma, principalmente privato, mettendo la parola “fine” ad un sistema di trasporto quasi centenario, che oggi più che mai potrebbe dare slancio al territorio taurense. 
Ma non è tutto: non dimentichiamo che mentre sono in corso i lavori di ripristino della Gioia Tauro – Palmi, per la quale lo stesso Assessore ai Trasporti Nino De Gaetano ha garantito la riapertura (legata anche al costruendo ospedale di Palmi), la stessa linea appare nello Studio di Fattibilità sulle piste ciclabili, come II tratto da convertire in percorso ciclabile! Ma allora, a cosa si sta giocando, nella Piana? Con il denaro delle tasse e le (purtroppo) eterne aspettative dei cittadini? 
Ma non è ancora tutto: da oltre cinque anni, abbandonate presso la stazione di Gioia Tauro, si trovano centinaia di traversine in legno, nuove, acquistate per essere messe in opera sulle due tratte ferroviarie. Cosa ovviamente mai fatta, e che con un po’ di buona volontà potrebbe finalmente avvenire in breve tempo, se solo non si pensasse a realizzare progetti totalmente inutili!

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L’Associazione Ferrovie in Calabria, quindi, non ci sta. O meglio, ci sta in parte. L’unica tratta potenzialmente riconvertibile in pista ciclabile, a nostro parere, è solo la Palmi – Sinopoli, ad oggi sdemanializzata, e che tra l’altro attraversa territori turisticamente validi, alle porte del Parco dell’Aspromonte.
Non si può giocare al “turismo green”, camuffando con questa scelta interessi particolaristici, proprio nel centro della maggiore area commerciale ed industriale calabrese, dove la ferrovia dovrebbe rappresentare il primo vettore di trasporto per tutti i cittadini ed i lavoratori: chiediamo perciò alle istituzioni locali, provinciali e regionali, di istituire immediatamente un tavolo tecnico per discutere sulle reali prospettive future, provvedendo immediatamente a rimodulare l’utilizzo di eventuali fondi destinati alla costruzione della pista ciclabile, nel ripristino di almeno parte della linea Gioia Tauro – Cinquefrondi. Inizialmente, per dare continuità alla tratta Gioia Tauro – Palmi, si potrebbe infatti pensare ad una riapertura del tratto Gioia Tauro – Taurianova, o al minimo del tratto Gioia Tauro – Cannavà (come proposto da noi qualche mese fa), con istituzione di una piccola fermata nei pressi del Centro Commerciale “Il Porto degli Ulivi”, che garantirebbe un notevole afflusso di utenza a bordo dei trenini di Ferrovie della Calabria. 
Con la prospettiva futura, ovviamente, di investire nell’acquisto di nuovo materiale rotabile, e soprattutto nella velocizzazione di entrambe le tratte, con istituzione di nuove fermate per meglio servire un territorio che da decenni attende quel meritato sviluppo da sempre negato: nell’immediato auspichiamo l’allargamento del tavolo tecnico – istituito presso l’Assessorato ai Trasporti – ad associazioni, pendolari ed istituzioni locali, per far sentire con forza la voce di chi nella Piana rivuole il treno…e non le biciclette!

 

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