Ferrovia Jonica: la mobilitazione si sposta a Roccella

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Sempre più determinata la mobilitazione delle associazioni e dei comitati, in difesa dell’unica modalità di trasporto alternativa a quella stradale. Infatti, il livello di impegno da parte degli organizzatori, ripagato da una partecipazione sempre più massiccia e fattiva dell’opinione pubblica, ha ormai raggiunto risultati che non passano più inosservati.
L’iniziativa, moderata dalla giornalista Maria Natalia Iiriti, anch’essa attivista in difesa della ferrovia Jonica, si è svolta nel pomeriggio del 23 aprile presso il Dopolavoro Ferroviario di Roccella Jonica, ed è riuscita a catturare l’attenzione di una massiccia ed eterogenea platea di cittadini, amministratori, autorità varie ed organi di informazione, tanto da richiedere una nutrita presenza di forze dell’ordine, forse preoccupate da una partecipazione certamente inusuale per questo argomento.
Particolarmente alta, più che nelle occasioni precedenti, è stata inoltre l’attenzione prestata da tutti i presenti agli argomenti esposti dai relatori nei minimi dettagli e con estrema competenza tecnica.
Ovviamente, l’accento più forte è stato posto sulla questione relativa al piano di “right sizing” (letteralmente “aggiustamento di taglia”, eufemismo per ridimensionamento!) di RFI, che sta gradualmente portando alla trasformazione in fermata di almeno dieci stazioni della linea Jonica. Tecnicamente, la trasformazione consiste nel bloccaggio dei binari di incrocio (preludio della successiva totale eliminazione, come è già avvenuto a Marina di S.Lorenzo), con conseguente drastica riduzione della capacità e flessibilità di traffico della linea ferroviaria.
Questa situazione sta già provocando gravi disagi all’utenza pendolare, alla quale viene preclusa la possibilità di usufruire di servizi con orari consoni alle esigenze lavorative e di studio, come specificato dai rappresentanti dell’Associazione Pendolari Jonici, Titti Mauro ed Angelo Rossino, e dalla presidente del Comitato Pendolari Grazia Pellegrino.
L’intervento dell’ordinario di Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabia, Domenico Gattuso, – che ha più volte innescato fragorosi applausi da parte del pubblico -, come sempre è stato accompagnato da esaustive e dettagliatissime (ma pur sempre comprensibili) diapositive sugli innegabili vantaggi del vettore ferroviario, ed in generale di un sistema di trasporti integrato, nelle medie e brevi distanze. Ovviamente, non è mancato il riferimento alle attuali criticità del trasporto pubblico e delle relative infrastrutture in Calabria, -in particolare sul versante Jonico-, ed alla discrepanza che si rileva negli investimenti pubblici, inerenti a quest’ultime, tra le diverse regioni italiane. Temi condivisi anche da Teresa Liguori, vice-presidente nazionale di Italia Nostra e presidente della sezione crotonese dell’importante associazione, che opera per la salvaguardia del territorio, dell’ambiente e del patrimonio storico e culturale italiano. La sezione di Crotone di Italia Nostra, proprio grazie all’attivismo della presidente e dei soci, è da anni in prima linea nella difesa della Ferrovia Jonica, sia dal punto di vista storico-culturale, che ovviamente da quello relativo al servizio sulla tratta. La Prof. Liguori, nel suo intervento, ha sottolineato di aver raggiunto in treno Roccella Jonica, partendo da Crotone, toccando con mano i gravi disagi vissuti ogni giorno dai pendolari, tra tempi di percorrenza biblici, materiale rotabile ormai antiquato, coincidenze inesistenti. Un vero peccato per quella che dovrebbe essere la “Ferrovia della Magna Grecia”, una delle prime ferrovie completate dopo l’unità d’Italia, e la prima a servire la Calabria e la Sicilia, collegandole con Napoli e Roma, oltre che a collegare la Puglia alla Sicilia. Oltre alle questioni strettamente legate al pendolarismo, ha specificato che la tratta ferroviaria Jonica, grazie al suo tracciato spesso adiacente ad importanti siti archeologici (si prenda ad esempio il tempio di Kaulon o il Museo di Locri), potrebbe rappresentare un affascinante itinerario di mobilità turistico-culturale, meta privilegiata anche di viaggi d’istruzione scolastici, con positive ricadute sull’intero territorio, partendo da Taranto fino a Reggio Calabria, passando da Metaponto, Sibari, Crotone, Catanzaro e Locri: non sarebbe utopia candidare la Ferrovia Jonica o della Magna Grecia a sito incluso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità-UNESCO.

Successivamente è intervenuto Roberto Galati, Presidente dell’Ass.ne Ferrovie in Calabria, che ha sottolineato le difficoltà rilevate nello stilare proposte di rimodulazione degli orari dei treni Regionali, per andare maggiormente incontro alle necessità dell’utenza, proprio a causa del programma di right sizing di RFI sopra descritto. Un accenno non è mancato neanche alla paradossale situazione della ferrovia Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, che almeno sulla carta dovrebbe essere una delle più importanti linee di comunicazione in Calabria.
Estremamente veemente, provocatorio e di notevole impatto sul pubblico, l’intervento conclusivo di Sergio Grasso, sempre per Ass.ne Ferrovie in Calabria, che ha posto l’accento sulla modalità subdola, quasi offensiva, da parte di Rete Ferroviaria Italiana, di ridurre l’operatività dei binari jonici, tramite ganasce fermascambio. Grasso quindi, giocando sulla quasi contemporanea ricorrenza del 25 aprile, ha invocato con tono accorato la “liberazione” dei binari jonici dalle odiose ed umilianti gogne/ganasce fermascambi.
Hanno dato il proprio contributo con i loro interventi, anche Teresa Liguori, vice-presidente nazionale di Italia Nostra, Spartaco Capogreco, docente di storia all’UNICAL, ed il sindaco Certomà di Roccella Jonica.

Nelle prossime settimane verrà comunicata la data del prossimo evento, che potrebbe tenersi a Soverato nella seconda metà del mese di maggio.

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