Ferrovia Silana: prospettive e proposte

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Una certezza sicuramente c’è: della ferrovia silana Cosenza – Pedace – Camigliatello – San Giovanni in Fiore, se ne parla. Ed anche tanto, quasi più di quando il servizio turistico era la norma, ed in parte era ancora percorsa da servizi ferroviari ordinari.
Indubbiamente uno dei maggiori meriti, proviene dal neo costituito “Comitato per la salvaguardia della ferrovia Silana”, presieduto da Don Emilio Salatino, parroco di San Giovanni in Fiore.
E’ chiaro che la presenza di persone amanti del trasporto su rotaia (residenti ed attive nell’area silana), e che hanno a cuore le sorti di una delle ferrovie più belle d’Italia, sia fondamentale per la buona riuscita dell’opera di sensibilizzazione principalmente politica. La conoscenza diretta delle problematiche territoriali, che siano economiche o sociali, infatti non può sicuramente appartenere a chi, per motivi principalmente geografici, oltre che di lavoro e studio, risiede a grande distanza da un territorio che, purtroppo, risulta di difficile raggiungibilità anche dal resto della Calabria!
La costituzione del Comitato per la Salvaguardia della ferrovia Silana risulta essere stata perciò un passo fondamentale per la tutela della nostra amata ferrovia di montagna, anche in seguito alla chiara impossibilità da parte della nostra Associazione di garantire una presenza e un’attività costanti e soprattutto dedicate unicamente alla questione ‘Ferrosilana’, conseguentemente ai tanti impegni associativi che quotidianamente riguardano i pochi membri di ‘Ferrovie in Calabria’ relativamente alle questioni ferroviarie di tutta la Regione Calabria, che siano regionali, a lunga percorrenza o turistiche! (ricordiamo che siamo stati proprio noi a promuovere ed avviare il ritorno dei treni speciali sulla rete delle Ferrovie della Calabria!)
Nonostante questo, anche la nostra piccola Associazione ha provato a dare il suo contributo a favore della salvaguardia della Ferrovia della Sila, impegnandosi direttamente con l’Assessorato ai Trasporti della Regione Calabria, immediatamente dopo la pubblicazione, per la modifica della D.G.R. n. 380/2013, che prevedeva la sdemanializzazione della ferrovia Silana, sul tratto da Camigliatello a San Giovanni in Fiore e proponendo quanto meno il prolungamento del tratto ‘protetto’ fino a San Nicola Silvana Mansio, stazioncina nel cuore della Sila classicamente utilizzata come termine corsa dei treni turistici delle Ferrovie della Calabria negli ultimi anni di attività del servizio turistico silano (ne abbiamo parlato qui). Ci piace pensare perciò che il primo traguardo recentemente raggiunto, seppur ancora minimo, di limitare la “dismissione” al tratto San Nicola Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore (vedi pagina 7 del documento) possa essere stato anche frutto del nostro lavoro, oltre ovviamente che di quello più costante ed ‘agguerrito’ del Comitato di Don Emilio.
Dismissione che si spera possa essere evitata sull’intera tratta fino a San Giovanni in Fiore, ma che anche in caso di decisione irreversibile, ricordiamo che non significherebbe automaticamente uno smantellamento della tratta ferroviaria interessata e quindi l’addio al servizio turistico.

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Prima di approfondire la nostra proposta, una premessa è d’obbligo. Un servizio ferroviario turistico ‘ordinario’, sul tratto Camigliatello – San Nicola Silvana Mansio e viceversa, all’occhio dell’appassionato, potrebbe apparire come una sorta di “giostra” fine a se stessa, su un tratto tutto sommato breve (12 km circa): un progetto che potrebbe quasi apparire come di facciata, senza un ampio respiro.
In realtà, la verità è molto semplicemente un’altra, ed è sempre la ben nota questione economica!
I costi di effettuazione di un’andata e ritorno con treno a vapore, non sono certamente irrisori, specialmente in estate, quando si rende necessario il supporto di un convoglio anti-incendio: sicuramente sono molto minori rispetto ad un’analoga iniziativa su rete RFI con materiale rotabile storico di Trenitalia, ma pur sempre non trascurabili. La tratta Camigliatello – San Nicola Silvana Mansio, abbastanza favorevole dal punto di vista plano-altimetrico, fortemente attrattiva a livello paesaggistico, oltre che interessata dai flussi turistici gravitanti attorno Camigliatello, permette infatti di mantenere un servizio ferroviario turistico poco costoso, e soprattutto quasi ordinario, con corse fisse aperte al pubblico, e non solo riservate e su richiesta da parte di gruppi ed associazioni.
Ma attenzione: poco costoso sì per l’azienda, ma automaticamente (e principalmente!) poco costoso anche per coloro che andranno a viaggiare a bordo del trenino a vapore! Superare i 25 o addirittura i 30 euro a persona, nonostante l’emozione di un’esperienza unica, immersi in un bellissimo contorno paesaggistico e culturale, potrebbe portare ad una scarsa frequentazione dei treni storici trainati dalla sbuffante vaporiera 353, con immediato fallimento dell’iniziativa. Il breve tratto Camigliatello – San Nicola, consente di mantenere costi accessibili principalmente per i potenziali utenti, portando così ad un successo certo del progetto. Non a caso è quello che già accadeva fino a qualche anno fa.
Eventi promozionali a parte, un treno speciale a vapore da Cosenza a Rogliano (23 km), o da San Nicola Silvana Mansio a San Giovanni in Fiore (17 km), considerando inoltre che in entrambi i tratti sono presenti non poche livellette (che quindi porterebbero a maggiori consumi), inizierebbe perciò ad essere insostenibile se si dovesse pretendere di coprire i costi interamente con le quote dei partecipanti… a meno che non ci si rivolga a comitive estere o a grandi associazioni, più propense a spendere cifre anche superiori a 30€ a persona per il solo viaggio in treno, rispetto ad un italiano o peggio ancora un calabrese, che ha ancora il suo bel da fare per fronteggiare la crisi economica.
L’unica possibilità, che secondo il punto di vista di Ferrovie in Calabria non va assolutamente sottovalutata, per poter garantire il mantenimento di un servizio turistico ordinario o, più realisticamente, con treni speciali dedicati (nello specifico a San Giovanni in Fiore, ma vale anche per la tratta Cosenza – Rogliano), è quella di richiedere un aiuto economico ad enti pubblici e/o privati. E’ chiaro che uno sponsor disposto a contribuire alle spese di gestione dei treni storici, consentirebbe un abbassamento dei costi gravanti su ogni partecipante al convoglio, aumentando così le possibilità di successo di tali iniziative. Esempio: riportare i treni a vapore a San Giovanni in Fiore, porterebbe ad un risultato positivo immediato sui flussi turistici e quindi sull’economia della città. Perchè, allora, lo stesso Comune non dovrebbe contribuire economicamente alla realizzazione di questa iniziativa, se ha a cuore il futuro turistico, demografico e delle attività commerciali del proprio territorio?
A livello infrastrutturale, invece, a seguito della sdemanializzazione, si potrebbe pensare di investire parte del ricavato del servizio turistico Camigliatello – San Nicola Silvana Mansio, per intervenire sul risanamento della sede ferroviaria: per fortuna, nel tratto San Nicola Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore, oltre ai sicuramente notevoli interventi di disboscamento e recupero dell’infrastruttura, non dovrebbero essere necessari importanti (e costosi) lavori di ricostruzione rilevati o opere d’arte.
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In occasione dell’incontro tra Comitato, Ente Parco, Ferrovie della Calabria, Regione Calabria e comune di S.Giovanni in Fiore, tenutosi lo scorso 13 maggio, da parte del consigliere regionale Fausto Orsomarso è giunta anche un’ulteriore proposta relativa al recupero di finanziamenti per il ripristino della ferrovia fino a San Giovanni in Fiore (da Camigliatello a S.Nicola Silvana Mansio, si parla di una spesa relativamente contenuta, stimata in alcune centinaia di migliaia di €, in ogni caso al momento non ancora disponibili). La via proposta da Orsomarso sarebbe quella relativa all’utilizzo di fondi europei per la mobilità: un’idea validissima, indubbiamente, ma che – facciamo notare senza mezzi termini – in Calabria viene “riciclata” da anni, in ogni campo, senza però alcun risultato. L’utilizzo di fondi europei può potenzialmente cambiare il volto e l’economia di una regione o di determinate aree di essa, ma ha bisogno di impegno, costanza e soprattutto di figure capaci di stilare progetti ed attrarre questi fondi comunitari, che puntualmente vengono perduti dalla nostra regione.
Le proposte e le possibilità, perciò, non mancano di certo: la sdemanializzazione riteniamo che non vada considerata automaticamente come una “promessa di smantellamento” della ferrovia. Lo smantellamento e l’abbandono alla speculazione lo si rischia solo perdendo le speranze: le intenzioni di Ferrovie della Calabria riteniamo siano più che positive, ma come scritto qualche rigo più in alto, non si può prescindere, purtroppo, dallo scontrarsi con le questioni economiche. L’Associazione Ferrovie in Calabria rinnova la propria disponibilità alla collaborazione con il Comitato per la salvaguardia della ferrovia Silana, visto che i fini delle due associazioni sono i medesimi, ribadendo che soltanto chi opera a livello locale può spronare la istituzioni e la comunità, facendo comprendere l’importanza economica e sociale di una simile infrastruttura.

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