Crotone, 16 novembre 1989: 31 anni dal terribile incidente sulla ferrovia Jonica
Domani 16 novembre 2020 ricorre il 31esimo Anniversario del disastro ferroviario avvenuto a Crotone nel 1989. Un evento tragico, causato dallo scontro in piena linea, tra le stazioni di Crotone e Isola Capo Rizzuto, tra i treni Locali 8437 Cariati – Catanzaro Lido e 12706 Catanzaro Lido – Taranto. Un incidente che ha distrutto la vita di 12 persone tra viaggiatori e ferrovieri: i numerosi anni trascorsi non hanno lenito le ferite per quelle morti assurde, giovani vite strappate agli affetti familiari per un errore umano unito alla mancanza dei sistemi di sicurezza all’avanguardia che dopo oltre 30 anni, per fortuna, caratterizzano l’intera rete ferroviaria nazionale gestita da RFI. Le Associazioni Italia Nostra
insieme ad Associazione Ferrovie in Calabria, alla Filt CGIL, al Gruppo Archeologico Krotoniate, al Centro Servizi per il Volontariato “Aurora” al Movimento per la Difesa del Cittadino, CODICI Calabria, WWF Calabria e ARCI Crotone, si ritrovano ogni anno alla stazione ferroviaria di Crotone – in occasione del 16 novembre – a ricordare quelle vittime innocenti assieme ai familiari. Quest’anno non si potranno tenere delle manifestazioni pubbliche per le restrizioni imposte dalla emergenza sanitaria da covid 19-, con la Regione Calabria compresa in zona rossa.
Non ci saremo fisicamente ma non mancheranno la vicinanza ai familiari e la memoria per tutte le vittime: nell’ occasione si rinnoverà l’appello urgente per una attenzione particolare al potenziamento della linea ferroviaria Jonica, con particolare riferimento alla rapida conclusione dei lavori di elettrificazione della stessa, potendo così ripristinare i collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, InterCity ed InterCity Notte, senza dimenticare il prolungamento fino a Crotone del servizio Frecciargento Sibari – Bolzano. Il modo migliore per onorare le vittime innocenti del disastro non può che essere un sistema ferroviario del versante ionico finalmente rinnovato e degno del XXI secolo.
Trentuno anni dalla sciagura ferroviaria: ecco che cosa è accaduto in quel triste giorno.
“Stazione di Crotone, 16 novembre 1989, ore 13.20 circa. Da qualche mese il movimentato impianto è più caotico del solito: ci troviamo infatti in pieno periodo di transizione tra il tradizionale sistema di controllo del traffico tramite Blocco Elettrico Manuale gestito tramite Dirigenza Locale in tutte le stazioni, al moderno sistema di Controllo del Traffico Centralizzato tramite Dirigente Centrale Operativo. All’epoca sarebbero sorti tre DCO, uno a Sibari, uno a Catanzaro Lido ed uno Reggio Calabria: con il passare del tempo e le sempre maggiori oppurtunità date dell’automatizzazione e dell’informatica, si sarebbe arrivati alla completa unificazione in quello di Reggio Calabria. Ma questa è storia recente. In quel lontano giorno di 28 anni fa, ancora si era agli albori, e si alternavana la gestione del traffico tramite CTC, ancora da rodare e quindi foriera di tanti imprevisti, con quella tradizionale tramite Blocco Elettrico Manuale e Dirigenza Locale. Ovvero, quando non si andava in automatico, il Capostazione tornava alle proprie mansioni di regolatore della ricezione e dell’invio dei treni, con berretto rosso e paletta.
Questa doveva essere la prassi alle 13.20 del 16 novembre 1989: il Diretto 8437 Cariati – Catanzaro Lido, composto da due automotrici ALn668 e in ritardo di circa 30 minuti, avrebbe dovuto attendere il via libera dal capostazione. Via libera che ovviamente non arrivava, in quanto il Locale 12706 Catanzaro Lido – Taranto, composto dalla D445 1008, da alcuni carri chiusi, bagagliai e quattro vetture tipo 1959 e similari, a causa del ritardo dell’8437 avrebbe dovuto attendere il treno incrociante proprio a Crotone. Normalmente, senza ritardi, l’incrocio tra i due convogli sarebbe avvenuto alla stazione di Isola Capo Rizzuto. Probabilmente il macchinista dell’8437 pensò che anche quel giorno sarebbe avvenuta la stessa cosa, ignora il mancato via libera del Capostazione, e avvia il treno con il suo carico di studenti e insegnanti, ignari di quanto stesse per accadere. In pochi secondi nella stazione di Crotone piomba il gelo: un manovratore cerca invano di inseguire a piedi il convoglio ancora in marcia relativamente lenta per cercare di aprire le condotte dell’aria compressa, con lo scopo di azionare automaticamente la frenatura, mentre il capostazione parte immediatamente in auto per cercare di precedere in qualche modo il convoglio. Sfortuna ulteriore vuole che al Passaggio a Livello posto al km al km 237+322 a sud della stazione non ci fosse più il casellante in quanto l’impianto era stato automatizzato: nessuno può più tentare di fermare il treno. I cellulari, ovviamente, appartenevano ancora alla fantascienza di qualche film anni ’80. Superato il passaggio a livello, purtroppo proprio sull’unico tratto in curva, accade l’irreparabile. Il 12706 con tutto il suo peso, a circa 100 km/h piomba sulle leggere automotrici, distruggendo gran parte della prima unità e facendo deragliare la seconda. Il locomotore D445 1008, subito dopo lo scontro, si incendia. Solo il fulmineo intervento del capotreno dell’8437 (che resosi conto di quanto stava avvenendo, invece di tentare di salvarsi, fece appena in tempo a gridare ai viaggiatori di trasferirsi nella seconda vettura) rese meno pesante il bilancio dello scontro. I morti furono Angelo Giuffré, Antonella Serventi, Antonio Sorrenti, Carmelina Pistoia, Delia Sozzi, Emma Gagliardi, Franca Cefalà, Loredana Gentile, Mirella Cavalli, Rita Angela Geracitano, Rosanna Perri, Salvatore Bruno. Pendolari ed in particolar modo insegnanti che rientravano verso Catanzaro Lido, Soverato, Badolato e Guardavalle, oltre a macchinista e capotreno dell’8437 ed un macchinista del 12706.
Purtroppo il capostazione di Crotone arriva in auto a tragedia già avvenuta, mentre sulla vicina SS 106 decine di persone fermano le proprie autovetture per cercare di portare i primissimi soccorsi ai feriti, in uno scenario di rotabili accartocciati, deragliati ed in fiamme, che definirlo tragico è forse riduttivo. La macchina dei soccorsi fu imponente, e purtroppo questa sciagura fu l’occasione per tentare un rilancio – per la verità molto effimero – della linea Jonica. Dal 1989 fino ai primissimi anni del 2000, infatti, la Taranto – Reggio Calabria vide una costante crescita dei traffici su rotaia, sia merci che viaggiatori, con istituzione di nuove relazioni a lunga percorrenza ed immissione in servizio di nuovo materiale rotabile, sia regionale che per servizi a lungo raggio. Ricordiamo infatti l’arrivo delle allora modernissime carrozze per Medie Distanze e delle vetture Gran Conforto ed UIC-Z per i treni InterCity.