Tagli alla ferrovia Jonica: la voce della protesta riparte da Crotone

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Se ne discute ormai da settimane, e tra qualche giorno arriveremo al dunque: il nuovo orario estivo 2014 di Trenitalia, che entrerà in vigore il 15 giugno, porterà molto probabilmente una non indifferente riduzione del servizio ferroviario Regionale lungo la linea Jonica. Del resto, il provvedimento era atteso da tempo, dopo un continuo rinvio dei tagli che però non è stato affiancato dal pagamento dei debiti che la Regione Calabria dovrebbe, prima o poi, saldare a Trenitalia. Contemporaneamente, è avvenuta un’altrettanto prevedibile riduzione annua di circa 10 milioni di Euro, dal budget che la nostra Regione destina ogni anno al trasporto locale su rotaia gestito da Trenitalia. Per maggiori chiarimenti, rimandiamo alla lettura di questo post, pubblicato lo scorso 22 maggio.
Oggi ci occuperemo nello specifico dell’evento tenutosi stamattina alla stazione di Crotone, grazie all’impegno ed all’opera di sensibilizzazione dell’On. Emilio De Masi, capogruppo di Italia dei Valori al consiglio regionale della Calabria. Uno degli “input” che hanno attivato lo spirito organizzativo di De Masi, è partito addirittura da una nostra lettera aperta, pubblicata qualche mese fa sulla maggior parte delle testate giornalistiche on-line del versante jonico calabrese.
Il documento in questione, che consigliamo di rileggere cliccando su questo link, era (ed è!) una forma di protesta contro il previsto declassamento di una decina di stazioni ferroviarie della linea Jonica, da Reggio Calabria a Metaponto. Queste stazioni (tra le quali figurano anche Ardore, Gioiosa Jonica e Policoro-Tursi), venendo declassate in “fermate” attraverso l’eliminazione dei binari di incrocio, non sarebbero più utilizzabili per effettuare incroci e/o precedenze tra i treni, riducendo così la capacità di traffico di tutta la ferrovia Jonica. Le conseguenze sarebbero chiare: ulteriore riduzione del servizio, ed assenza di possibilità di incremento del numero di treni: in tal caso, i problemi finanziari della Regione Calabria, si affiancherebbero a quelli infrastrutturali, portando ad un’accelerazione della spirale negativa che da oltre un decennio affligge il servizio della linea in questione.
Chiaramente, a questo grido d’allarme “infrastrutturale”, come abbiamo anticipato, si è aggiunto quello imminente relativo alla riduzione del numero di treni Regionali circolanti a partire dal 15 giugno…ancora prima che vengano tagliate le stazioni, rischiando così di giustificare la trasformazione in fermate.
L’organizzazione della manifestazione di stamane, che ha assunto i connotati di una piccola conferenza all’aperto, è avvenuta nel pomeriggio del 5 giugno, con una tavola rotonda nella sede crotonese dell’On. De Masi, alla quale hanno partecipato Italia Nostra, le sigle sindacali, vari amministratori di Crotone e comuni limitrofi…e chiaramente noi di Ferrovie in Calabria. Purtroppo, come spesso accade in una Regione poco reattiva ed ormai rassegnata come la Calabria, questa mattina la partecipazione all’evento non è stata…eccessivamente entusiasmante (sono state comunque presenti circa 60 persone tra cittadini, amministratori locali di Crotone e Botricello e giornalisti), nonostante la problematica dei trasporti sia ormai argomento quotidiano di quasi tutti i cittadini del versante jonico. Grandi assenti, e lo segnaliamo con rammarico, l’attuale Vice-Presidente della Regione Calabria Antonella Stasi, e l’Assessore ai trasporti Luigi Fedele, entrambi invitati a partecipare dall’On. De Masi. In prima linea, al tavolo dei relatori, al fianco di Emilio De Masi e di Salvatore Scandale, non poteva mancare l’eccezionale Teresa Liguori, Presidente della sezione crotonese di Italia Nostra.
Il suo intervento è stato concentrato sul valore storico e sociale della ferrovia Jonica, percorsa tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 da illustri personaggi: da Giuseppe Garibaldi, a Norman Douglas e George Gissing durante il loro Grand Tour. Un destino inaccettabile per quella che è stata la prima linea ferroviaria ad essere costruita in Calabria, e che rappresenta un’arteria fondamentale per tutti i territori jonici da Reggio Calabria a Taranto. Non è mancata la bellissima proposta di ripristino di un collegamento InterCity degno di tal nome e non effettuato da automotrici (materiale rotabile lateralizzato permettendo…) da Reggio Calabria a Bari e ritorno, una sorta di Rapido “Magna Grecia” dei giorni nostri, che farebbe tornare in primo piano un’infrastruttura deliberatamente ridotta al lumicino negli ultimi anni. Senza dimenticare che la ferrovia Jonica potrebbe anche tornare ad essere sfruttata per il traffico merci, in particolar modo da Crotone, che sta però per perdere uno scalo intermodale costruito poco più di 20 anni fa…
Esemplare, ovviamente, anche l’Onorevole De Masi, che partendo dal rischio di taglio delle stazioni ferroviarie (Crotone è stata ormai già declassata a soli 3 binari di stazione), che ridurrebbe così la capacità dell’intera linea, si è soffermato sulla nostra proposta relativa alla rimodulazione dell’offerta Regionale sulla linea Jonica. Nello specifico, come descritto nei documenti che abbiamo consegnato al capogruppo di IDV, attraverso il nostro programma è possibile una riduzione di circa 7 milioni di Euro annui, ma allo stesso tempo abbiamo previsto il ripristino di quattro coppie di treni diretti tra la Jonica e Lamezia Terme Centrale, in coincidenza con i servizi InterCity, Frecciargento e Frecciabianca da/per Roma Termini che servono il corridoio tirrenico. In tal modo si riuscirebbero a risollevare anche le sorti della Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, bollata come linea a scarsa frequentazione, proprio a causa dell’assenza sia di collegamenti diretti verso Roccella/Reggio e verso Crotone/Sibari, e sia di coincidenze degne di tal nome a Catanzaro Lido, con gli attuali treni provenienti dalla Jonica Nord e dalla Jonica Sud…salvo rare eccezioni. Una serie di scelte quasi mirate a ridurre deliberatamente l’appetibilità di tali treni, portando ad un crollo dell’utenza e giustificare così i tagli. Non è mancato un cenno alla ormai “misteriosa” questione degli 80 milioni di Euro stanziati dal CIPE, per avviare una prima tranche di lavori di elettrificazione della linea Jonica. Sarebbe stato interessante, se avesse partecipato all’iniziativa, avere una risposta finalmente chiara proprio dalla vice-Presidente Stasi.
Tornando al nostro programma di rimodulazione, del quale sarebbe auspicabile un’attuazione immediata per dare ossigeno al sempre più abbandonato territorio Jonico, la prossima settimana verrà posto all’attenzione del consiglio regionale: siamo grati all’On. De Masi, che più volte ha ribadito l’importanza dell’associazionismo locale come supporto alle istituzioni, per l’importante impegno preso. Un chiaro esempio di quella politica vicina al cittadino, e vissuta con passione…forse sempre più rara, ma per fortuna ancora esistente e da sostenere attraverso collaborazioni e proposte, al di là dei colori politici. Notevole anche l’intervento del consigliere regionale Francesco Sulla, che ha concentrato il proprio discorso sull’attuale disparità tra servizio su gomma e ferroviario, con relativi sprechi di risorse e poca funzionalità per il cittadino. Noi concordiamo con lui quando sostiene che alle imprese di autolinee private, legate all’ente pubblico regionale da contratti di servizio, non vadano certamente ridotti i km assegnati ogni anno (e quindi il numero di corse): gli stessi km vanno invece “dirottati” verso le aree non servite dalle linee ferroviarie, come il popoloso ma sempre più isolato entroterra calabrese, creando un sistema integrato tra treno (che per intuito deve essere l’unico mezzo pubblico a servire le coste e le relative tratte trasversali) e bus. Bus che deve smettere di circolare in sovrapposizione al vettore ferroviario, ma anzi diventare sistema adduttore a quello che un domani dovrà essere una sorta di servizio di metropolitana di superficie, gestibile in prospettiva anche da società di trasporto miste, coinvolgendo le Ferrovie della Calabria, come già avvenuto in altre regioni italiane (vedi Trenord in Lombardia).
La manifestazione si è conclusa con molti interventi dei presenti e con le interviste di rito, convinti che l’evento odierno non debba essere isolato e “propagandistico”. E così non sarà: nei prossimi giorni la mobilitazione di Ferrovie in Calabria continuerà, in attesa di conoscere i pareri regionali a proposito del nostro programma di rimodulazione, che prossimamente presenteremo su queste pagine.
Vogliamo concludere il post con una notizia segnalata durante la manifestazione, dal sindacalista Salvatore Scandale, che riguarda il posto di Polizia Ferroviaria di Crotone. Il presidio rischia infatti di essere soppresso, ignorando la particolare e purtroppo pericolosa situazione sociale dello scalo crotonese, che da anni è “abitato” da centinaia di immigrati gravitanti attorno il centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Purtroppo, lo stato di povertà, porta molto spesso ad atti violenti sia tra gli stessi rifugiati, e sia sui viaggiatori nelle ore serali (e non solo). Nelle ore di disabilitazione del posto Polfer, sono già avvenute situazione incresciose. Non vogliamo neanche immaginare cosa accadrebbe in caso di definitivo abbandono dell’ultimo baluardo di legalità e sicurezza per i viaggiatori…

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