Dicembre 2016: impresenziata Lamezia Terme Centrale?

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In questi mesi di importantissimi lavori di upgrade della Ferrovia Tirrenica Meridionale da parte di Rete Ferroviaria Italiana, gli entusiasmi sono alle stelle. La Battipaglia – Reggio Calabria Centrale è infatti un cantiere a cielo aperto, tra modifica dei PRG delle stazioni, costruzioni di piccole varianti (vedi Gioia Tauro, dove viene costruito il nuovo ponte sul fiume Petrace), sostituzione dell’armamento, costruzione di nuove sottostazioni elettriche (Vibo Pizzo). Interventi che tra qualche anno porteranno gran parte della linea ad essere percorribile a 200 km/h in rango P, riducendo quindi i tempi di percorrenza tra Salerno e Reggio Calabria e creando quindi una delle più veloci linee ferroviarie non ad alta velocità (perdonate il gioco di parole!) d’Italia.
In tutte queste belle notizie, però, come sempre, non può mancare qualche aspetto negativo che rischierebbe di passare inosservato… e come al solito farebbe scoppiare le polemiche a cose fatte (ed immodificabili). 
Una delle voci più preoccupanti, riguarda la stazione di Lamezia Terme Centrale. In questo importantissimo impianto, strategico per la mobilità ferroviaria regionale ad a lunga percorrenza di mezza Calabria, oltre alla modifica del PRG (Piano Regolatore Generale dei binari) di stazione, è prevista anche la sostituzione dell’attuale ACEI (apparato centrale elettrico ad itinerari) con un modernissimo ACC (apparato centrale computerizzato), telecomandabile da DCO. A quanto sembra, successivamente a questo intervento, la stazione in questione, oggi considerata stazione porta permanente e costantamente presenziata da Dirigenti Movimento, verrà impresenziata come una delle tante medio/piccole stazioni italiane. In pratica, tutto il movimento dei treni in entrata, uscita e manovra in Lamezia Terme Centrale, da dicembre sarà gestito dal Dirigente Centrale Operativo di Reggio Calabria. Anche lo stesso DCO ancora presente al piano superiore di Lamezia Terme Centrale, che oggi ha giurisdizione sulla tratta Paola – Rosarno (via Tropea), verrà “fagocitato” da Reggio Calabria.
Da appassionati e studiosi del trasporto ferroviario, chiaramente, non possiamo che essere dispiaciuti dalla scelta di eliminare il DCO di Lamezia Terme, in quanto trattasi di un intervento che, volenti o nolenti, va a svuotare di una funzione una stazione ferroviaria. Siamo coscienti però che, l’evoluzione tecnologica, significhi anche questo. 
La passione ed il “romanticismo” però lascia il posto anche alla rabbia, quando oltre al trasferimento del DCO, è previsto appunto il totale impresenziamento della stazione. 
Sia ben chiaro: la mancanza di Dirigenti Movimento ed il telecomando di una stazione non comporta alcun rischio sulla sicurezza, ma provocherà senza ombra di dubbio nuovi paradossi e seccature all’utenza. Vi starete chiedendo: ma se non viene soppresso nessun treno e molto semplicemente accadrà che non vedremo più la porta della sala movimento aperta, con tutto il suo vai e vieni di personale… a noi semplici viaggiatori cosa importa?

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E’ presto detto. Considerando che i ritardi nella circolazione dei treni, per motivi anche non dipendenti da RFI o dalle imprese ferroviarie, sono all’ordine del giorno, ci siamo resi conto di persona che la presenza di Dirigenti Movimento sul posto può risolvere tantissime situazioni critiche che un DCO, a distanza, non potrà mai fare. 
Lamezia Terme Centrale è una stazione di nodo, in cui sulla linea prinicipale tirrenica convergono altre due linee e/o servizi, quelli provenienti dalla Jonica via Catanzaro Lido, e quelli provenienti da Rosarno via Tropea. Anche con il migliore orario possibile ed immaginabile, con coincidenze perfette per tutti (cosa quasi impossibile), la criticità è sempre dietro l’angolo. Un semplice ritardo di pochi minuti di un regionale o di un InterCity, senza la presenza di Dirigenti Movimento attenti anche alle esigenze del viaggiatore, rischia di lasciare a piedi decine e decine di persone. In pochi infatti lo sanno, ma spesso, quando un treno Regionale a Lamezia Terme attende quei 2-3 minuti in più, quanto basta per trasbordare i viaggiatori (magari da un InterCity che normalmente avrebbe coincidenza molto stretta, e che in caso di ritardo lieve arriva a filo con la partenza del Regionale)…questo è merito di chi, in stazione, ha il controllo e la coscienza anche visiva di quanto accade nell’impianto in questione. E’ molto più difficile che un Capotreno possa decidere di ritardare una partenza, pressato magari dal DCO che gli impone di non attendere nessun treno coincidente e rispettare l’orario, e non che un Dirigente Movimento coscienzioso, mantenga “chiuso” il segnale al treno che se partisse ad orario perfetto, lascerebbe a piedi chissà quante persone in arrivo con altri treni in lieve ritardo. Chiaramente, se i ritardi dovessero essere eccessivi, un treno non potrà mai attendere chissà quanto tempo, solo per scelta di un Dirigente Movimento: siccome però, molto spesso, si parla di ritardi minimi, (quelli che creano la classica situazione fastidiosissima, in cui si vede il treno coincidente partire mentre quello su cui ci si trova si sta fermando o si è appena scesi da esso…), ecco che il buon senso di un DM che ha giurisdizione su una stazione di nodo, pur compiendo delle lievi forzature d’orario, può risolvere decine di criticità in pochi giorni.
Siamo sicuri che un Dirigente Centrale Operativo periferico, avrebbe la possibilità (e la volontà) di fare lo stesso? Noi abbiamo forti dubbi.
La risposta che arriverà dopo la pubblicazione di questo articolo, ovviamente sarà sempre la stessa: le normative impongono che i treni debbano partire ad orario perfetto, è già una forzatura far attendere un treno pochi minuti, non è questo il modo di risolvere i problemi, ma piuttosto lo è un aumento del numero di treni e maggiore cura nello studio degli orari (sempre che non sia RFI stessa a generare orrori oraristici, visto l’indiscriminato piano di right sizing che ha reso sempre più anoressica la rete e quindi la circolazione ferroviaria).
La risposta sarà sicuramente questa, ma intanto i fatti stanno dalla nostra parte: chi prende un treno ha bisogno di arrivare a destinazione nei tempi previsti e senza disagi. Fino ad oggi, la gestione un po’ “forzata” del nodo di Lamezia e di chissà quanti altri nodi simili, ha evitato che tali disagi si verificassero, rendendo soddisfatta l’utenza.
Lo sarà anche da dicembre? Agli utenti (e non ai burocrati) l’ardua sentenza…

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