Ferrovie Calabro Lucane: i centenari calabresi partono da Castrovillari…

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Il 2014 rappresenta l’avvio di una lunga sequenza di circa dieci anni, in cui si concentreranno tanti centenari relativi alla costruzione ed entrata in esercizio di numerose linee ferroviarie delle Ferrovie Calabro Lucane…oggi “separate” in Ferrovie della Calabria e Ferrovie Appulo Lucane.
Lo scorso 15 marzo, Castrovillari ha aperto le danze, con i primi 100 anni dall’arrivo della prima locomotiva. Era infatti il 15 marzo 1914, attorno alle ore 15, quando una vaporiera (appartenente tra l’altro alle Ferrovie dello Stato, e proveniente dalla rete a scartamento ridotto siciliana, all’epoca in parte già attiva), faceva per la prima volta il suo ingresso nella nuovissima stazione di Castrovillari, affollata dai festanti cittadini dell’epoca, entusiasti per l’importante conquista. Il rotabile, giunto via ferrovia attraverso la rete FS, è stato probabilmente trasportato su un carro a scartamento ordinario fino alla stazione di Spezzano Albanese, capolinea calabrese della linea per Castrovillari – Lagonegro: proprio il tratto Spezzano – Castrovillari, è stato il primo ad essere inaugurato, il 15 settembre del 1915, dopo circa un anno di preesercizio e completamento dei lavori infrastrutturali. Come ben noto, la tratta Spezzano – Lagonegro, in previsione, doveva essere quella portante per il sistema di linee a scartamento ridotto, progettate tra fine ‘800 ed inizio ‘900, che avrebbero collegato in modo capillare, l’entroterra calabrese, lucano e pugliese (con un piccolo sconfinamento campano…). Da Bari a Sinopoli e chiusura del circuito a Taurianova, con “baluardo sud” delle FCL rappresentato dalle linee taurensi, servendosi anche delle linee FS (per esempio, era previsto il collegamento da Spezzano Albanese a Cosenza, tra la linea FCL da Lagonegro e quella per Catanzaro), con tratti a doppio scartamento. L’interessante evento del 15 marzo, promosso da vari dipendenti di Ferrovie della Calabria, con a capo dell’organizzazione il Dott. Carmine Bonadies, ha avuto un ampio risalto mediatico: non potevamo ovviamente mancare noi di Ferrovie in Calabria, seppur, purtroppo, soltanto per poco più di un’ora, a causa delle difficoltà di spostamento attraverso i mezzi pubblici dal sud della Calabria. A causa di ciò, non siamo riusciti ad assistere alla conferenza, avviata con circa un’ora di ritardo, per attesa di varie personalità politiche: a tal proposito, segnaliamo la presenza di vari sindaci di centri del comprensorio (in primis quello di Castrovillari, Domenico Lo Polito), serviti dalla ferrovia fino al 1978, quando l’ultimo tratto in servizio, fino a Cassano allo Jonio e fino a Rivello (già dal 1952 non si arrivava più a Lagonegro, a causa di movimenti franosi che danneggiarono il Viadotto Serra), venne soppresso, decretando la fine della storica strada ferrata. Purtroppo assenti per impegni istituzionali i presidenti di Ferrovie della Calabria e Ferrovie Appulo Lucane, rispettivamente Giuseppe Pedà e Matteo Colamussi: speriamo possa ripetersi presto una simile occasione di…re-incontro, tra due aziende che fino al 1990 erano ancora un’unica entità.
In questo post riassumeremo quindi a grandi linee il fine principale di questo evento, che non era, come ovvio, soltanto la semplice ricostruzione storica ed il ricordo di un’epoca che, purtroppo, non c’è più.
La piccola ma curatissima mostra fotografica ed oggettistica allestita (addirittura con documenti e planimetrie della linea ferroviaria, provenienti dall’archivio di stato di Lagonegro), ha fatto da contorno al dibattito, assieme ad un simpatico circuito ferroviario in scala H0, sul quale correvano trenini di varie epoche (purtroppo solo FS!), dall’ETR500 in livrea Frecciarossa…fino ad una 740 con vetture Corbellini…passando per le tipicamente calabresi D445 di prima serie e D341 di seconda serie.
Lo scopo dell’iniziativa: è facile immaginare che si voglia rimediare allo scempio compiuto 40 anni fa, con la falcidia di centinaia di km di linee a scartamento ridotto, che oggi potrebbero indubbiamente rappresentare una fonte di economia, specialmente a livello turistico. Proprio per la Spezzano – Castrovillari – Lagonegro, non mancano le proposte e gli studi di fattibilità, per un parziale ripristino della ferrovia per fini turistici, visto che lo storico tracciato dell’unica “vera Calabro-Lucana”, che congiungeva la Calabria alla Basilicata, si snodava per la maggior parte all’interno dell’odierno Parco Naturale del Pollino. Proposte e promesse che sicuramente condividiamo, e che condividono gli organizzatori del convegno: siamo però dello stesso parere di Carmine Bonadies, che più che a fantasticare su progetti un po’ troppo onerosi, sprona a rimanere con i piedi per terra…ma soprattutto sprona a non ripetere quanto accaduto negli scorsi decenni, salvaguardando le linee ferroviarie ancora attive, con servizi ordinari e turistici. A tal proposito, tra qualche rigo riporteremo anche la valida iniziativa d’azione proveniente da San Giovanni in Fiore, per evitare lo smantellamento della tratta fino a Camigliatello.
Ricordare, quindi, per non ripetere gli errori del passato: noi di Ferrovie in Calabria auspichiamo, per lo meno, al mantenimento in buono stato, previa bonifica, dell’ex tracciato della ferrovia (che come ricordiamo, da Spezzano Albanese a Castrovillari è stata smantellata tra il 1982 ed il 1984), in modo da renderlo utilizzabile per percorsi ciclistici o di trekking, ma soprattutto, a non lasciare in stato di abbandono tutte le piccole e grandi strutture di servizio ancora presenti a Castrovillari. Rimesse, piccoli uffici, spogliatoi, e non di meno la vaporiera a cremagliera FCL 503, ultimo rotabile rimasto dopo lo smantellamento della ferrovia, oggi monumentato: ci sarebbero tutte le premesse per la creazione di un interessante museo della ferrovia, proprio all’interno di quell’area (dove ogni tanto spunta ancora qualche tratto di rotaia…) che oggi viene solcata soltanto dagli autobus, principalmente di Ferrovie della Calabria. Attenzione ai facili qualunquismi da appassionati di treni e ferrovie: allo stato attuale, sono assolutamente da salvaguardare anche i servizi sostitutivi su gomma, che collegano i territori in precedenza serviti dalle ferrovie, visto il periodo decisamente buio per tutto il trasporto pubblico locale, non solo calabrese.
A livello turistico, non dimentichiamo che anche un piccolo ripristino di tratti di ferrovia, da percorrere con draisine motorizzate o a pedali, come diffuso in molte nazioni nord-europee, potrebbe essere un’attrazione da non sottovalutare.

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A proposito della linea Cosenza – Pedace – San Giovanni in Fiore, come anticipavamo: per quanto riguarda questa tratta, anch’essa parzialmente a rischio smantellamento, e che speriamo presto possa non esserlo più, riportiamo di seguito la nota stampa del neo costituito “Comitato per la salvaguardia della ferrovia Silana”, con a capo l’attivissimo parroco di S.Giovanni in Fiore, Don Emilio Salatino:

Nella prima assemblea del “Comitato per la salvaguardia della ferrovia silana” tenutasi martedì pomeriggio presso la biblioteca della Parrocchia di Santa Lucia a San Giovanni in Fiore, il presidente del Comitato Don Emilio Salatino insieme a Giuseppe Veltri, Presidente di Legambiente Sila, ha potuto informare gli altri membri del Comitato sui primi risultati ottenuti dopo gli incontri avvenuti la scorsa settimana a Lorica con il direttore dell’Ente Parco Sila Michele Laudati e a Cosenza con il Presidente di Ferrovie della Calabria Giuseppe Pedà. Presenti alla prima assemblea i rappresentanti delle associazioni “Un sorriso agli emigrati”, “A.di.Fa”, “U.I.L.”, “SPI-CGIL”, “Impegno Civile”, “Auser”, “Pro Loco SGF” e “Amira sez. Cosenza”. Positivi i risultati degli incontri, in particolare quello di venerdì con il presidente di Ferrovie della Calabria, Giuseppe Pedà al quale hanno assistito anche il direttore generale di Ferrovie della Calabria l’ing. Lo Feudo, il direttore di esercizio l’ing. Santo Marazita e il consigliere regionale già con delega ai trasporti Fausto Orsomarso. Durante l’incontro i delegati del Comitato hanno evidenziato come sia necessario promuovere una mobilità alternativa per una realtà che sta vivendo una crisi senza precedenti come è appunto San Giovanni in Fiore, ed evitare che il territorio silano sia spogliato di un’altra importante e vitale infrastruttura che è un servizio ed un patrimonio da tutelare e risollevare. <>. Primo atto che i delegati del Comitato hanno chiesto ai presenti dell’incontro di Cosenza, la rettifica del famigerato decreto 380, ovvero bloccare immediatamente la sdemanializzazione della tratta tra Camigliatello Silano e San Giovanni in Fiore. A questo si è aggiunta anche la proposta di ripristinare entro l’estate la tratta tra Moccone e Silvana Mansio, come prima azione concreta per il riavvio della tratta tra Cosenza e San Giovanni in Fiore. <>. Dall’incontro di Cosenza i primi impegni assunti dai presenti che riguarderanno la correzione del decreto 380 da parte della giunta regionale, e l’avvio di un percorso sinergico tra gli enti, in modo da completare definitivamente il processo di ripristino della ferrovia silana. Il Comitato fa sapere che continuerà a lavorare intensamente alla risoluzione del problema e già nella prossima settimana intende incontrare i sindaci della Presila Cosentina per chiedere alle amministrazioni di poter sostenere l’operato e l’idea stessa del ripristino della Cosenza – San Giovanni in Fiore.

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