Foto dal Passato (n°53 – dicembre 2014)

22 settembre 1997, ore 7:30. 

Federico Lasco, commerciante di 42 anni, è alla guida del suo nuovo (all’epoca…) Daily IVECO, ed è diretto a Brancaleone, per motivi di lavoro. Da alcune ore, su tutto il versante Jonico, imperversa il “solito” forte maltempo di inizio autunno, e la zona della locride non fa eccezione: poco prima di Brancaleone, provenendo da nord, infatti, la SS 106 è divenuta una palude, con acqua, fango e detriti riversatisi sul manto stradale a causa dei continui temporali. Il nostro commerciante non immaginava cosa lo attendeva di lì a poco: dopo aver percorso una curva della Statale Jonica, in località Marinella (comune di Bruzzano Zeffirio), il guidatore si imbatte in un mare di acqua e terriccio, che forse uniti alla velocità sostenuta, gli fanno perdere il controllo del furgone. Il mezzo sbanda, scavalca il minuscolo guarda-rail, abbatte un tratto di recinzione ferroviaria in cemento, e finisce esattamente sui binari della adiacente linea Jonica: incredibile ma vero. 
Federico Lasco, per fortuna illeso, scende immediatamente dal mezzo incastrato tra le rotaie, probabilmente già con un inquietante presentimento…che purtroppo si avvera! Trascorrono pochi secondi, ed il nostro commericiante intravede in lontananza, lato Reggio Calabria, la sagoma grigia ed arancione di un locomotore: il treno sta arrivando! Con una buona dose di coraggio, lo sfortunato guidatore inizia a correre incontro al treno, l’InterCity 784 “Pitagora” Villa San Giovanni – Bari Centrale, facendo segnalazioni ai macchinisti, che subito lo scorgono (e soprattutto scorgono il furgone bianco sui binari…) ed azionano la rapida. Il convoglio, che all’epoca non fermava nella vicina stazione di Brancaleone, corre a quasi 130 km/h: trascorrono infatti pochi ma lunghi secondi, ed un assordante stridio di freni, seguito da un incredibile boato, scuote l’intero quartiere di Marinella. Alcuni muratori al lavoro nelle vicinanze, assistono ad una scena degna di un film d’azione, che in seguito racconteranno ai giornalisti: la locomotiva D445 1146 Navetta in testa alle tre vetture del convoglio (due UIC-Z di prima classe ed una Gran Conforto) colpisce il furgone, e per qualche strano scherzo della fisica, prima si impenna, trascinando con sè la prima carrozza UIC-Z, che si ribaltava lato mare subito dopo, poi si sgancia dal treno – sicuramente per spezzamento del gancio di trazione – ed ormai senza alcun controllo si ribalta con fragore sulla vicina SS 106, strisciando sull’asfalto per quasi 100 metri! E’ l’apocalisse: un furgone finisce sui binari, ed un locomotore in mezzo alla Statale. Qualcosa di mai avvenuto nella storia delle ferrovie italiane.
Fortuna vuole che in quei momenti nessun mezzo percorreva l’importante arteria stradale, e solo pochi minuti prima era transitato uno scuolabus carico di studenti! 
Gli istanti successivi al disastro sono concitati: tutti gli abitanti accorrono presso il luogo dell’incidente, e dopo pochi minuti arrivano i primi soccorritori. Vigili del Fuoco, ambulanze, Polizia Stradale, Ferroviaria e Carabinieri, in una strana confusione di competenze. Anche a bordo del treno, per fortuna, si conta soltanto qualche contuso tra gli 80 passeggeri a bordo, tra cui i due macchinisti, Pasquale Pezzimenti, 38 anni, e Domenico Nucera, 42 anni, entrambi di Reggio Calabria. 
Del furgone rimaneva soltanto uno sportello ancora incastrato ad un respingente della D445 1146, che a causa dei gravi danni riportati, verrà demolita poco tempo dopo, subito dopo il riposizionamento sui binari ed il conseguente trasferimento. Sorte per fortuna diversa per le 3 carrozze, di cui una (la Gran Conforto) rimasta sui binari, mentre per le 2 vetture UIC-Z di testa fu necessario il riposizionamento sulle rotaie, specie per la prima, finita quasi sulla spiaggia. 
Ovviamente i riflessi mediatici a seguito di un incidente che solo per fortuna non si è tramutato in una tragedia, sono stati enormi: per mesi si discusse sulle possibili soluzioni per la messa in sicurezza della ferrovia Jonica (della quale già nel 1997 si lamentava lo scarso traffico e lo scarso livello di servizio: non immaginavano cosa ci attendeva 17 anni dopo!), e soprattutto della SS 106 definita già a quell’epoca come “strada della morte”. 
Inutile sottolineare come, purtroppo, ancora oggi non sia cambiato nulla…anzi. 
Per conoscenza, riportiamo ancora una volta l’interpellanza parlamentare degli onorevoli Mario Tassone e Domenico Bova, relativa alle problematiche della ferrovia Jonica. Parole, ovviamente solo parole, che ci sono ancora familiari, 17 anni dopo:

PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza Tassone n. 2-00668 ed all’interrogazione Bova n. 3-01494 Questa interpellanza e questa interrogazione, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente. L’onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00668.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, la mia interpellanza risale al settembre del 1997 e fa riferimento ad un incidente avvenuto sulla tratta ferroviaria Reggio Calabria-Bari, precisamente in contrada Marinella, tra Ferruzzano e Brancaleone. Certamente dopo la data della mia interpellanza, ma anche prima di essa, tutta la storia delle ferrovie italiane è stata caratterizzata da una serie di incidenti. (…) Certo, io parlo di una vicenda calabrese, ma considerata la storia delle nostre ferrovie credo che vi sia una problematica complessiva che investe la sicurezza. Senz’altro possono verificarsi incidenti che non sono prevedibili, tuttavia una serie di vicende veramente preoccupanti rendono indubbiamente necessaria una riflessione molto seria sulla sicurezza dei trasporti nel nostro paese e in particolare in Calabria. In tale regione, infatti, l’assenza di sicurezza si accompagna alla vetustà delle tratte ferroviarie, soprattutto di quella cui si fa riferimento nell’interpellanza, che è davvero vecchia ed antiquata. La situazione della rete ferroviaria in Calabria stride davvero con tutti i grandi progetti di ammodernamento e di alta velocità che sono stati posti in essere da parte del Governo in questi ultimi anni. (…) È una vicenda estremamente preoccupante, che si aggiunge ad una situazione di grande carenza per quanto riguarda la tratta ferroviaria. (…) Mi fermo qui, signor Presidente ed attendo fiducioso la risposta del sottosegretario per i trasporti, di cui conosco la grande sensibilità: mi auguro quindi cheegli non deluderà questa nostra esigenza, che è avvertita da parte non soltanto del sottoscritto ma anche delle regioni meridionali e della Calabria. (…) Ebbene, il progresso e lo sviluppo devono venire anche attraverso infrastrutture di trasporto adeguate ed accettabili, quindi ovviamente sicure. Invece, sulla tratta Reggio Calabria-Bari, in contrada Marinella tra Ferruzzano e Brancaleone, abbiamo avuto uno spaccato di una situazione molto brutta e di una struttura ferroviaria pericolosissima. Non vi è stato peraltro soltanto questo incidente, visto che non soltanto in Calabria ma anche nel resto del paese vi sono stati episodi dello stesso genere.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE SORIERO, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione.
Signor Presidente, condivido l’impostazione degli onorevoli Tassone e Bova che, con le loro interpellanza ed interrogazione, chiedono di conoscere le ragioni dell’incidente specifico lungo la linea ionica calabrese, collegando però questa richiesta d’informazione ad una valutazione più di fondo sulle condizioni della linea e sull’impegno del Governo e delle Ferrovie dello Stato per potenziare, ammodernare e velocizzare una linea importante, finora sottovalutata e sottoutilizzata. L’onorevole Tassone, un momento fa, ha riproposto nella sua illustrazione le ragioni di fondo che richiedono un’attenzione diversa verso il potenziamento della rete ferroviaria nel Mezzogiorno ed in Calabria. È una valutazione che io condivido e rispetto a tale esigenza la comprensione piena di cosa è avvenuto nell’incidente specifico richiamato dagli onorevoli colleghi può dare conto di che cosa occorra adeguare tempestivamente e di quali ulteriori investimenti strategici vadano previsti per poter garantire un potenziamento di fase. Rispondo quindi innanzitutto alla questione specifica dell’incidente. Le Ferrovie dello Stato riferiscono che il giorno 22 settembre 1997, alle ore 7,54 circa, il treno Intercity 784 Reggio Calabria-Bari Centrale, composto dal locomotore 445 e tre carrozze del tipo «gran conforto», in prossimità del chilometro 408 della linea Metaponto-Reggio Calabria Marittima, tra le stazioni di Brancaleone e Ferruzzano, investiva il veicolo stradale Ducato Daily. Il conducente, perdendo il controllo probabilmente a causa del violento temporale che imperversava sulla zona, aveva sfondato uno dei pannelli in conglomerato cementizio, tipo FS, posti a protezione della sede ferroviaria e si era arrestato sul binario. Nonostante il tempestivo azionamento del freno da parte del personale di macchina, il treno urtava contro il veicolo stradale, provocando il deragliamento della locomotiva e della prima carrozza sulla statale 106, in quel tratto parallela alla sede ferroviaria, dalla quale è separata in parte tramite guard-rail e in parte con pannelli di conglomerato cementizio. L’urto avveniva alla velocità di 110 chilometri orari (velocità di marcia prima dell’intervento dell’azione frenante: 122 chilometri orari; velocità massima ammessa dalla linea nel tratto interessato: 130 chilometri orari) e l’arresto completo del convoglio si verificava dopo circa 220 metri dal punto di impatto. Nell’evento risultavano lesi 17 viaggiatori, prontamente curati presso l’ospedale civile di Melito Porto Salvo. L’interruzione accidentale della linea si verificava dalle ore 7,54 alle ore 1,30 del giorno successivo. Sollecitamente venivano allertati i mezzi di soccorso, polizia e carabinieri, da parte degli operatori più direttamente interessati e veniva attivato ilcomitato di crisi di zona, in base a quanto disposto dall’ordine di servizio dell’11 agosto 1997. Sono state inoltre coordinate le operazioni di assistenza alla clientela, organizzando l’istituzione dei servizi sostitutivi con pullman tra le stazioni di Brancaleone e Bianco e disponendo la deviazione del traffico dei treni a lungo percorso. Il tratto di linea Roccella Jonica-Reggio Calabria Marittima, sul quale si è verificato l’incidente, è a semplice binario non elettrificato, con CTC e regime di esercizio blocco elettrico contaassi. Il profilo altimetrico della linea è generalmente pianeggiante e consente una velocità massima di 140 chilometri orari (è un rango di velocità di tipo B). La sede stradale è in rilevato con traverse in cemento armato precompresso e l’armamento per binari di linea e di corsa delle stazioni è di tipo 5060 UNI. La quantificazione dei danni provocati diretti e indiretti è in fase di definitiva elaborazione. Fin qui la descrizione dell’incidente e delle condizioni in cui lo stesso è avvenuto. Ma abbiamo chiaro che al di là del singolo incidente c’è un problema più di fondo, che riguarda le condizioni di quella linea, che è a binario unico non elettrificato. Nel corso degli anni era maturata la convinzione che questo potesse essere via via assunto come uno di quei «rami secchi» da ridimensionare nella rete ferroviaria del Mezzogiorno. E così è avvenuto, in qualche misura, attraverso la riduzione dell’esercizio e delle funzioni di servizio in alcune stazioni e così è avvenuto anche per quanto riguarda la frequenza dei treni in alcune tratte della stessa linea. Abbiamo affrontato questo problema nella discussione che c’è stata in Parlamento e poi nel confronto tra Governo e Ferrovie dello Stato, nella elaborazione dell’addendum del 1996 al contratto di programma che, come è noto, prevede tutti gli investimenti dal 1994 al 2000 delle Ferrovie dello Stato sulla rete nazionale. Il Governo ha segnalato alle Ferrovie dello Stato l’esigenza di un «ripensamento» degli investimenti e delle strategie verso la rete meridionale e nei confronti dell’intera rete regionale calabrese. Sono state prese alcune scelte importanti; per quanto concerne l’ammodernamento della direttrice da Reggio Calabria a Bari nel contratto di programma sottoscritto il 23 marzo 1996 tra Ministero dei trasporti e Ferrovie dello Stato è stato previsto un programma organico di specifici interventi per il potenziamento dell’intero comparto in questione. In particolare nell’ambito del citato contratto di programma a carico dei fondi previsti per le Ferrovie dello Stato Spa sono state programmate nel territorio calabrese la realizzazione di una fase del raddoppio tra Reggio Calabria e Melito, l’esecuzione del comando centralizzato del traffico sull’intera linea, il completamento del sistema ACEI (controllo automatico del traffico) da Sibari a Roccella Jonica , la sistemazione del nodo di Crotone, l’attrezzaggio tecnologico del nodo di Reggio Calabria nonché l’elettrificazione nel tratto Metaponto-Sibari della nuova dorsale merci verso Paola e Gioia Tauro. Inoltre con i finanziamenti inseriti nella legge finanziaria del 1996 nell’addendum al contratto di programma sono stati previsti ulteriori interventi di ammodernamento della rete calabra, che sono all’approvazione finale del CIPE. Quest’ultimo ha deciso due giorni fa lo sblocco di questo insieme di finanziamenti a seguito del parere favorevole con osservazioni delle Commissioni parlamentari competenti. Fin qui quanto è stato già fatto. Ci sono quindi risorse, progetti, lavori che finalmente possono essere immediatamente appaltati. Di alcuni di questi problemi si discute da anni e sono quindi comprensibili la cautela, lo scetticismo, l’insoddisfazione nella analisi e nella valutazione dei problemi che sono all’ordine del giorno. Finalmente oggi il Governo è in grado di dire che con l’approvazione del CIPE di due giorni fa ci sono le risorse per cominciare ad avviare un’azione seria di velocizzazione e di potenziamento della rete ionica calabrese. Al completamento dei citati interventi già programmati il servizio potrà essere potenziato e velocizzato in una logica di sistema anche con l’utilizzo di «pendolini» diesel e con l’ammodernamento del materiale rotabile. I pendolini diesel sono già stati ordinati dalle Ferrovie dello Stato; nei prossimi mesi saranno consegnati i primi sei pendolini diesel e due di essi entreranno in funzione sulla linea ionica calabrese. Relativamente all’ammodernamento del materiale rotabile sono già state esperite gare per l’acquisto di nuovo materiale; c’è un impegno delle Ferrovie dello Stato in base al quale appena vi sarà la dotazione del nuovo materiale rotabile una quota consistente sarà messa a disposizione della rete calabra e della linea ionica in Calabria. Si è convinti cioè che bisogna colmare un ritardo e un divario che si sono determinati e perciò non ci limitiamo all’analisi dei singoli provvedimenti ma abbiamo chiesto alle ferrovie dello Stato di predisporre rapidamente un piano regionale di investimenti sull’intera rete calabrese. (…)

PRESIDENTE. L’onorevole Tassone ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00668.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, la vicenda che richiamavo nella mia interpellanza è lo spunto che consente di svolgere il dibattito odierno. Per la verità, abbiamo sempre ascoltato degli annunci positivi da parte del Governo, al quale non manca l’ottimismo.

GIUSEPPE SORIERO, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione.
Ora finalmente ci sono anche i finanziamenti, oltre all’ottimismo!

MARIO TASSONE. (…) La questione che volevo sottoporre all’attenzione del sottosegretario è la seguente: il problema della Calabria e del Mezzogiorno è un problema di programmazione, di linee strategiche. Negli anni ottanta si sono consolidati nel paese il concetto e la cultura della programmazione, tant’è vero che venne allora avviato il progetto generale sui trasporti, il PGT, sul quale si lavorò con impegno. Era un progetto animato dal principio della intermodalità dei trasporti, del collegamento, del raccordo e quindi del coordinamento e dell’impiego di sinergie per i porti, per gli aeroporti, per il trasporto su rotaia e per quello su gomma. Questa avrebbe dovuto rappresentare una occasione per lo sviluppo della zona, un vero e proprio volano dello sviluppo. Non c’è dubbio, infatti, che la linea ferroviaria ionica è abbandonata, così come sono abbandonate le strade che corrono lungo la dorsale ionica. (…) Ne consegue la necessità di risolvere problemi molto importanti. Onorevole Soriero, io sono favorevole ai finanziamenti per l’alta velocità, anche se non comprendo per quale ragione non si sia proceduto in questa direzione nel passato; ovviamente, mi riferisco non al passato remoto ma a qualche mese fa, visto che il programma del Governo in carica prevedeva espressamente interventi di questo tipo. (…) Ad esempio, va sicuramente risolto, onorevole Bova, il problema dell’attraversamento stabile sullo stretto di Messina. (…) Per programmare opportunamente interventi di ammodernamento delle autostrade e delle ferrovie, va tenuto nel dovuto conto anche quello che sarà realizzato ai fini dell’attraversamento stabile sullo stretto di Messina. Eppure, ci risulta che su questo punto vi siano non dico contrasti ma, almeno, un disinteresse ed un’apatia del Governo. Il sottosegretario Mattioli, ad esempio, sostiene che il progetto non può essere realizzato mentre lei, onorevole Soriero, se non sbaglio, è di parere diverso. Ripeto: il dato dell’ammodernamento non può essere fine a sé stesso, ma deve essere calato in una strategia e in una politica organica rispetto agli obiettivi configurati. Anche l’ammodernamento delle ferrovie e gli interventi relativi all’alta velocità vanno inquadrati…

MARIO TASSONE. (…) Credo che si debba fornire una risposta seria ai problemi della Calabria. Non è più tempo di interventi a pioggia. Ci conosciamo da parecchio tempo, sottosegretario Soriero, e siamo sempre stati contrari ad interventi di questo tipo, abbiamo sempre avversato l’assistenzialismo. Mi chiedo: i fondi CIPE come si inseriscono nel contesto di una necessaria programmazione e progettualità? Mi riferisco non soltanto al già citato progetto del ponte sullo stretto di Messina ma anche a Gioia Tauro, da lei giustamente ed opportunamente richiamata. È possibile che la situazione di Gioia Tauro continui a rimanere com’è attualmente? Io ritengo di no. (…) Dicevo che ieri si è accennato al problema del porto franco di Gioia Tauro. Tutto l’ammodernamento e l’equilibrio nel rapporto costi-benefici, tutto il discorso dell’alta velocità e della velocizzazione delle linee ferroviarie, nonché quello relativo all’ammodernamento della rete autostradale possono essere affrontati soltanto in presenza di grandi obiettivi legati a linee di penetrazione e di raccordo non soltanto con il nord Italia e l’Europa ma anche rispetto al Mediterraneo. (…)

PRESIDENTE. L’onorevole Bova ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-01494.

DOMENICO BOVA. Anch’io concordo che questa della discussione dell’interrogazione sull’incidente ferroviario avvenuto a Ferruzzano il 2 settembre 1997 possa essere, è ed è diventata, un’occasione per fare una valutazione più generale sullo stato delle ferrovie in Calabria. È inutile sottolineare in questa sede l’aspetto che le ferrovie calabresi versano in uno stato di obsolescenza e di arretratezza. Poiché stiamo affrontando il grande tema dell’ammodernamento della rete ferroviaria nazionale in vista dell’appuntamento con l’Europa, credo che il problema dell’ammodernamento della rete ferroviaria italiana debba coinvolgere l’azione del Governo anche per quanto attiene ai problemi gravi delle ferrovie calabresi. Esiste quindi un problema di ammodernamento e di potenziamento delle reti ferroviarie calabresi, della loro velocizzazione e della loro sicurezza, perché in Calabria a quegli incidenti ne sono seguiti altri. Come si sottolineava poc’anzi, nella nostra regione esiste una linea a binario unico non elettrificata! Penso – e convengo con quanto affermava il sottosegretario al riguardo – che non possiamo ritenere di poter affrontare questo problema attraverso interventi che non abbiano una certa organicità. Dobbiamo quindi richiamare l’esigenza della predisposizione di un piano regionale per le ferrovie calabresi da parte del Governo. Soltanto per questa via, infatti, possiamo colmare il ritardo che si è determinato e che tende ad accentuarsi. Un intervento, quindi, sistematico sulla rete ferroviaria calabrese che affronti i grandi problemi perché, come dicevamo, lo stato di degrado è veramente pesante e rischia di determinare altri guai e altri guasti in Calabria. Voglio anche far riferimento al materiale rotabile assegnato alla Calabria, sia per il traffico regionale sia per la lunga percorrenza, che in gran parte risulta obsoleto e insufficiente, soprattutto nei periodi in cui il traffico per le merci e i passeggeri è più intenso. Ho fatto una ricerca e mi risulta che in Calabria, a fronte di 743 vetture assegnate e di 160 locomotori, tutti di vecchia generazione, oggi risultano inutilizzabili circa 110 vetture e circa 30 locomotori. Questo avviene per diversi motivi, ma anche per la mancanza di pezzi di ricambio. Nel momento in cui affrontiamo la materia del contratto di programma e soprattutto del contratto di servizio che si riferisce a tali questioni, dobbiamo sapere che si tratta di intervenire in questa direzione. I pezzi di ricambio mancano perché è in uso, allo scopo di riparare una vettura o un locomotore, utilizzare i pezzi di altre vetture e di altri locomotori. Inoltre, a me pare evidente che la qualità dei servizi e la poca attenzione alle esigenze reali dei pendolari, cioè alla mobilità all’interno della Calabria, penalizzi fortemente il trasporto ferroviario e crei un ulteriore squilibrio a vantaggio del trasporto gommato. Le chiedo, sottosegretario, che sia verificato lo stato della manutenzione ordinaria e della sicurezza della linea in Calabria; che siano resi disponibili i pezzi di ricambio che mancano; che il parco rotabile sia innovato ed adeguato alle reali esigenze dell’utenza; che siano soprattutto riorganizzati i servizi della manutenzione e che le maestranze siano dotate delle attrezzature e delle tecnologie necessarie. Apprendo con soddisfazione, e ne sono consapevole, che le risorse esistono; è necessaria però, io credo, una volontà, che definisco politica, da parte del Governo per un intervento organico in questa direzione per realizzare gli impegni che sono stati sottoscritti dal sottosegretario. Già in base alla legge finanziaria disponiamo di 70 mila miliardi che devono essere spesi nei dieci anni a venire. Credo che queste risorse debbano rispondere non solo all’esigenza dell’estensione della rete che riguarda i quadruplicamenti delle linee, cioè l’alta velocità, e gli interventi di riequilibrio sulle aree svantaggiate. La Calabria è un’area svantaggiata che deve trarre da quei fondi le risorse necessarie per l’ammodernamento della sua rete ferroviaria. Credo che dobbiamo lavorare in questa direzione, che il Governo debba impegnarsi per l’ammodernamento della rete e del materiale rotabile, come dicevo, sulla rete ferroviaria.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bova.

DOMENICO BOVA. Concludo, Presidente. Le officine calabresi sono chiamate alla produzione dei «pendolini» di cui oggi si tratta. Credo che bisogna potenziare la produzione all’interno delle officine Omeca per dotare le ferrovie calabresi di questi «pendolini» diesel. Prendo atto che il Governo assume l’impegno che nei prossimi mesi le ferrovie saranno dotate di vettori che consentiranno un ammodernamento. Credo che nel dibattito che si svolgerà alla Camera martedì prossimo gli impegni che il sottosegretario Soriero ha sottoposto oggi alla nostra attenzione nella sua risposta…

PRESIDENTE. Onorevole Bova, la prego di concludere.

DOMENICO BOVA. …saranno assunti dal Governo come impegni cogenti, in direzione dell’ammodernamento della rete ferroviaria calabrese.

Pubblichiamo di seguito alcune storiche ed introvabili immagini dell’incidente, scattate poche ore dopo l’incidente, gentilmente inviateci dall’amico Gianni Mariella di Brancaleone, che ringraziamo ancora una volta per la collaborazione e per aver contribuito alla ricostruzione fotografica dell’evento.
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