Si è tenuto stamane, presso la stazione RFI di Gioiosa Jonica, un importante sit-in di protesta contro il declassamento in fermate di numerose stazioni ferroviarie joniche, da Reggio Calabria Centrale q Metaponto. Il controverso programma di right sizing di Rete Ferroviaria Italiana, che da anni si abbatte (purtroppo), sull’intero territorio nazionale, è infatti tornato ad accanirsi anche sulla nostra linea jonica, nelle modalità già elencate attraverso una nostra lettera aperta diffusa qualche mese fa sui media regionali, di cui ribadiremo il contenuto tra qualche rigo.
L’evento odierno, organizzato e promosso dall’attivissimo Prof. Domenico Gattuso, docente di Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha perciò riportato l’attenzione su questo importantissimo tema. La nostra opinione relativa al taglio infrastrutturale, però, ci porta sempre nella stessa direzione: sicuramente non è nostro costume attaccare costantemente un’istituzione ad ogni occasione possibile, ma la Regione Calabria, ancora una volta, è una delle principali cause scatenanti dei provvedimenti riduttivi di RFI.
Da ormai cinque anni, il servizio ferroviario lungo la linea Jonica si va riducendo: fino all’inizio del 2010, ben nove coppie di treni a lunga percorrenza (di cui una periodica), servivano l’intero versante orientale calabrese e lucano. La soppressione dei treni InterCity Notte ed Espressi, ha avuto ovviamente un’origine “statale”, poichè i finanziamenti pubblici provenienti dal Ministero del Tesoro e destinati al mantenimento dei servizi base di Trenitalia, si sono gradualmente ridotti. La maggior parte del servizio ferroviario jonico, però, è stata da sempre rappresentata dal trasporto locale, ormai di competenza delle Regioni, che stipulano un contratto di servizio con un’azienda ferroviaria, nel nostro caso Trenitalia. Anche da parte della Regione Calabria, a causa di errate strategie (spesso pilotate, molto probabilmente) nel campo del trasporto pubblico locale, c’è stato un costante disimpegno nell’erogazione dei fondi destinati al servizio ferroviario regionale. La scure, perciò, da anni continua ad abbattersi principalmente sulla linea Jonica e sulla trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, riducendo al lumicino un’offerta in realtà mai stata eccellente, ma che in ogni caso riusciva a garantire con un discreto numero di corse e materiale rotabile capiente (proprio qualche giorno fa ricordavamo le vetture MDVC sulla Jonica), la mobilità di migliaia di pendolari, oggi costretti in modo forzoso a servirsi del proprio mezzo privato o del trasporto pubblico su gomma…che viene inspiegabilmente potenziato dalla stessa Regione Calabria che sostiene di non poter mantenere il servizio su rotaia. Curioso, però, che si preferisca effettuare anche cinque autobus ad orari quasi coincidenti e con stessa origine/destinazione, piuttosto che un unico treno che a parità di costo, potrebbe anche avere una capienza maggiore rispetto ai cinque bus…che, come avviene in ogni paese civile, non dovrebbero essere utilizzati in sostituzione o peggio in parallelo al treno, ma dovrebbero invece unire le stazioni ferroviarie con le aree non servite dal vettore su rotaia, in un perfetto sistema di integrazione modale che non danneggia la sostenibilità economica di alcun mezzo di trasporto, ma soprattutto non danneggia l’utente.
Risulta perciò chiarissimo quale sia il principale motivo che sta portando al declassamento delle stazioni di Marina di San Lorenzo (già trasformata in fermata a fine luglio), Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico (già trasformata in fermata nei primi mesi dell’anno), Policoro-Tursi: la costante riduzione del traffico ferroviario, rende purtroppo “superflua” e soprattutto costosa, un’infrastruttura sovradimensionata rispetto alle reali esigenze d’esercizio. Per semplificare, Rete Ferroviaria Italiana sta adeguando la linea Jonica all’attuale volume di traffico ferroviario, che tra l’altro si sta contraendo ormai da anni e non da pochi mesi. Non si può, quindi, parlare di un provvedimento ingiustificato e frettoloso! Il taglio, prima o poi, sarebbe arrivato…ed addirittura, la stessa Regione Calabria, che dovrebbe avere a cuore le sorti di un’infrastruttura ferroviaria al servizio dei propri cittadini, non oppone alcuna resistenza, neanche simbolica, a tali provvedimenti di riduzione infrastrutturale.
La trasformazione delle sopracitate stazioni in fermata (che come ricordiamo, consiste nella soppressione dei binari di incrocio, con relativa eliminazione di scambi, segnali ed apparati di stazione, riducendo così i costi generali di gestione della rete ferroviaria), purtroppo rischia di divenire il pretesto per impedire in futuro un eventuale rilancio del servizio ferroviario, se non addirittura portare ad un ulteriore riduzione delle corse dei treni, giustificate dalla Regione Calabria come obbligate, a causa della scarsa capacità della linea e difficoltà di effettuare gli incroci. Le Associazioni ed i Sindaci oggi presenti al sit-in, al quale ovviamente si è unita l’Associazione Ferrovie in Calabria, ce la stanno mettendo tutta per evitare (o per lo meno rendere pubblico il più possibile) l’imminente scempio che colpirà la nostra fondamentale ferrovia, che al contrario di quanto sostenuto da parte dell’istituzione regionale, potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per tutta l’economia della costa, rendendo inoltre migliore la qualità della vita dei cittadini. Cittadini che per spostarsi tra casa e luoghi di studio e lavoro, non dovrebbero essere costretti a servirsi dell’auto, con tutti i rischi ed i costi connessi, o di lenti autobus che contribuiscono ulteriormente all’intasamento di una già caotica SS106. Ma non solo: la ferrovia Jonica, anche attraverso l’istituzione di poche nuove fermate in punti strategici (aree balneari difficilmente accessibili via strada, o aree archeologiche), diventerebbe un’efficiente infrastruttura al servizio dei turisti, che proprio a causa della scarsità di collegamenti, sempre in minor numero raggiungono il versante jonico calabrese e lucano per trascorrere le proprie vacanze. E del resto, non si può neanche pretendere che un turista conosca a memoria gli orari ed i punti di fermata di anonime autolinee private, da utilizzarsi al posto di un treno che ormai quasi non esiste più!
Un ulteriore punto che condividiamo con il Prof. Gattuso, citato durante il suo intervento, è quello relativo al Decreto Sblocca Italia del Governo Renzi: sono state previste opere anche ferroviarie (a volte di discutibile necessità) su tutto il territorio nazionale, ma praticamente nulla nella nostra Calabria, e non un solo accenno di critica è stato lanciato dalla politica calabrese. Ed a tal proposito, ribadiamo ancora una volta il nostro appello rivolto alle istituzioni, per salvare e rilanciare la ferrovia Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale con velocizzazione, elettrificazione della linea e collegamento con l’aeroporto, considerando che al momento rischiano di essere disimpegnati ben 81 milioni di Euro stanziati proprio per avviare un potenziamento dell’importantissima tratta trasversale, che diversamente, a causa della scarsa competitività a livello di tempi di percorrenza e del costante rischio idrogeologico, rischia di essere sospesa da un cambio d’orario all’altro.
Ma anche la stessa elettrificazione della linea Jonica, pur non risolvendo le “anomalie trasportistiche” della Regione Calabria, darebbe nuova linfa (specie nel trasporto a lunga percorrenza), ad una linea percorsa dall’unico InterCity d’Italia effettuato con vetture del trasporto Regionale.
Ma, quasi per ironia della sorte, oggi sia l’InterCity 559 Taranto – Reggio Calabria Centrale che il 562 Reggio Calabria Centrale – Taranto, sono stati effettuati nuovamente con automotrici ALn668 (materiale improponibile per lunghe percorrenze e non adeguato agli standard ed alla tariffa InterCity), diversamente dalle previste – e già di per sè inadeguate – vetture UIC-X, effettuando fermata a Gioiosa Jonica poco tempo dopo la conclusione della manifestazione…
A volte ci verrebbe da urlare, nei palazzi della politica calabrese e nazionale: “C’è nessuno???”
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