Porto di Gioia Tauro: Sogemar lascia la gestione del terminal ferroviario

Un terminal ferroviario completato da un anno, nato sotto i migliori auspici, già finito in una sorta di limbo senza che neanche un treno sia mai arrivato o partito. Ci riferiamo al gateway ferroviario del porto di Gioia Tauro, il quale fino ad alcuni giorni fa aveva una società pronta ad assumere la gestione dell’opera: si trattava della Sogemar. La società ha comunicato la sua indisponibilità a mantenere la gestione del terminal ferroviario (costato 16 milioni di Euro, per quanto riguarda la quota parte di fondi pubblici), a seguito dell’abbandono di Contship (facente parte dello stesso gruppo imprenditoriale della Sogemar) della gestione del limitrofo terminal container, già lo scorso anno, vendendo a Msc le quote per il controllo e la gestione dello scalo portuale. 
In circostanze “normali” verrebbe da pensare che, tutto sommato, è la legge del libero mercato: le società di gestione possono pur sempre cambiare, gli assetti modificarsi, anche sulla base di variazioni fisiologiche di traffici merci e servizi. 
Purtroppo nel Porto di Gioia Tauro (ma lo ribadiamo ormai da anni), le circostanze “normali” forse non ci sono mai state, specie per quanto riguarda il trasporto dei container per ferrovia. Parliamo di un’infrastruttura portuale che potrebbe generare quotidianamente un numero impressionante di treni, e nel passato i presupposti non sono certo mancati, iniziando dai servizi di Ferrovie dello Stato tra la fine degli anni ’90 (subito dopo l’avvio delle attività portuali) e i primi anni 2000, con decine di treni instradati persino lungo l’intera linea Jonica, fino alle due imprese ferroviarie che in tempi più recenti hanno tentato l’avvio di collegamenti ferroviari, ovvero Rail Traction Company tra il 2007 ed il 2009, con servizi tra il Porto di Gioia Tauro e l’Interporto di Nola, e GTS nel 2014/2015, con collegamenti da/per lo scalo intermodale di Bari Lamasinata. 
Tutti questi servizi, specie nel caso delle imprese private, sono durati non più di due anni, a causa delle evidenti “criticità” e “lentezze” riscontrate nello sdoganamento dei container e quindi il via libera all’uscita del convoglio. E ci riferiamo a ritardi anche di ore, con evidenti ricadute economicamente negative per le imprese ferroviarie, che ovviamente non erano in grado di rispettare la traccia oraria imposta da RFI, in partenza dalla stazione di Rosarno e quindi ad ogni effettuazione di treno erano soggette al pagamento di penalità da parte del gestore nazionale dell’infrastruttura. Per chi volesse saperne di più, consigliamo sempre la lettura di questo nostro articolo, relativo ad una esperienza che abbiamo vissuto in prima persona, ai tempi dei servizi San Ferdinando – Bari Lamasinata di GTS. 


Noi di Associazione Ferrovie in Calabria siamo tutt’altro che complottisti, ma è certamente curiosa questa persistente difficoltà nello sviluppo di servizi ferroviari per trasporto di container da/per il Porto di Gioia Tauro, che di fatto continua a vivere quasi esclusivamente di transhipment (ovvero trasbordo dei container dalle navi più grandi a quelle “feeder”), generando ricadute economicamente positive sul territorio, pari a nulla. Pari a nulla, ovviamente, se paragonate alle ricadute che si avrebbero attraverso la movimentazione dei container anche per via ferroviaria, oltre alla stessa apertura dei container e smistamento delle merci in essi contenute, all’interno del porto stesso e quindi all’interno del territorio calabrese. La Piana di Gioia Tauro avrebbe tutte le carte in regola per diventare una sorta di Panama, con conseguenze positive per tutta la regione in termini di indotto e richiesta di manodopera. 
Di tutto ciò, esattamente un anno fa, durante la nostra prima visita presso il Porto di Gioia Tauro (clicca qui per leggere l’articolo) assieme al giovane alfiere della Repubblica Bernard Dika, all’Imprenditore soveratese Giovanni Sgrò ed accompagnati dall’ex Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, abbiamo discusso assieme ai responsabili dell’Autorità Portuale, che cogliamo ancora una volta l’occasione di ringraziare, assieme al Prof. Roberto Musmanno, per la disponibilità dimostrataci. E’ ovviamente scontato dirlo, ma da parte dell’Autorità Portuale e da parte della Regione Calabria (con particolare riferimento all’Ing. Francesco Russo, ex vicepresidente della Regione Calabria e Assessore alla Portualità e Logistica), in questi anni, sono state messe in campo tutte le possibili forze per sviluppare i servizi ferroviari da/per il Porto di Gioia Tauro, anche con l’avvio della cessione a RFI della linea ferroviaria di collegamento con il porto, tra la stazione di Rosarno e quella di San Ferdinando. Entro l’estate 2019, ovvero da lì a qualche settimana dalla nostra visita, sarebbero dovuti partire alcuni collegamenti ferroviari dal Rail Hub ferroviario gestito da Sogemar, verso Melzo e Bari Lamasinata, per trasporto di semirimorchi frigoriferi provenienti dalla Sicilia. Non sarebbe stato ancora il rilancio del trasbordo nave/treno di migliaia di container, ma sarebbe stato già un importante passo avanti per la diversificazione delle modalità di trasporto del Porto di Gioia Tauro, che come tutti i porti moderni italiani ed europei, andrebbe considerato anche e soprattutto come una grande area di interscambio logistico. 
Così, ancora una volta, non è stato: gli unici collegamenti ferroviari attivi rimangono quelli di Fiat Crysler Auto, per trasporto di automobili nuove a marchio Jeep da Melfi e destinate al trasporto via nave per i mercati nord-africani e mediorientali. 
E’ sicuramente chiaro che queste lunghe vicende, molto poco note alla collettività calabrese e spesso anche alla stessa classe politica, se non affrontate mai pubblicamente, forse non si risolveranno mai: certamente si tratta di problematiche molto profonde, e che sicuramente non saremo in grado di risolvere noi di Associazione Ferrovie in Calabria, pur nel nostro forte rammarico di constatare le impressionanti potenzialità inespresse di quello che potrebbe essere il primo porto del Mediterraneo. 
Ma quello che non mancherà, da parte nostra, come sempre, è il ruolo propositivo e di diffusione mediatica di problematiche legate al mondo dei trasporti su rotaia in Calabria, che siano essi passeggeri o merci: cercheremo anche di avviare, previa consultazione con il nuovo Assessore Regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, un confronto anche con le imprese ferroviarie italiane specializzate nel trasporto merci ed intermodale, per capire se già da subito esistono le opportunità per ripristinare alcuni servizi su ferro, la cui regolarità, se mai partiranno, andrà seguita assieme alla stessa Autorità Portuale, giorno per giorno, per comprendere e possibilimente risolvere tempestivamente le criticità che dovessero presentarsi.

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