Una funicolare a Rossano? Le nostre considerazioni

FUNICOLARE

di Piero Reo.

Nei giorni scorsi su alcuni blog locali (come su rossanocalabro.it) è stato riportato un estratto della conferenza stampa di presentazione delle Giornate di Primavera Fai del Sindaco di Rossano, Stefano Mascaro. Nel corso della conferenza si è parlato anche di valorizzazione dei centri storici e delle relative politiche che poter mettere in campo per contrastare la desertificazione degli stessi. In tale ottica, è stata avanzata l’ipotesi di realizzazione di una funicolare come sistema di trasporto per rendere più raggiungibile il centro storico rossanese.
Tralasciando l’attendibilità o meno delle affermazioni riportate in rete, tale notizia fornisce lo spunto per una serie di riflessioni, mirate ad analizzare l’opportunità di realizzazione di un’opera simile. La città di Rossano, così come molti altri nuclei lungo il litorale ionico calabrese, è caratterizzata da una centro storico disposto a livello collinare (circa 250-300 metri slm), quindi nell’entroterra, e una serie di frazioni di cui Scalo (o Stazione) è la principale e più popolosa. Lo spopolamento dei centri storici, soprattutto laddove collocati in posizione collinare, è una problematica annosa e interessa numerosi centri abitati, sia posti nelle immediate vicinanze della città Bizantina (vedasi ancora una volta il caso di Corigliano, del tutto analogo) che in altre regioni d’Italia. Le ragioni di questa “migrazione” verso le pianure trovano risposta in motivazioni di natura storica, sociale, demografica e più in generale nel cambiamento degli stili di vita che rendono sempre meno appetibile e pratico il risiedere in un centro storico progettato con una viabilità e una accessibilità adeguate a centinaia e centinaia di anni fa e non più consone alle abitudini dei più. La realizzazione di sistemi di trasporto collettivo che prevedono l’utilizzo di impianti fissi, quali quelli di una funicolare, per essere sostenibili e giustificabili economicamente richiedono flussi di passeggeri consistenti e costanti durante tutta la giornata e tutto l’anno, cosa che al momento non è assolutamente garantita per la città di Rossano, al di fuori dei momenti di picco stagionali.

Una prima riflessione quindi è che non sia corretto pensare alla realizzazione di un nuovo mezzo di trasporto collettivo, qualunque esso sia, come strumento per ripopolare una zona o un quartiere in cui da decenni la popolazione ha scelto di non vivere per le ragioni succitate; inoltre il pendolarismo lavorativo e studentesco esistente non fornirebbe adeguato sostenibilità all’opera, essendo per sua stessa caratteristica concentrato su poche fasce orarie e quindi incostante durante la giornata e durante l’anno.

Una seconda riflessione riguarda l’impatto che potrebbe avere un impianto del genere sul turismo. Indubbiamente Rossano sta vivendo un periodo di rinnovato interesse turistico, grazie soprattutto al restauro del Codex Purpureus Rossanensis, ma anche questo presenta dei picchi legati alla stagionalità e non si presenta uniforme nel tempo. Il nostro parere è che prima di pensare così in grande, sarebbe invece opportuno partire dal basso e iniziare a creare una “cultura” del trasporto pubblico locale, cosa che sarebbe peraltro fattibile a costo zero. Come? La città di Rossano, assieme alla vicina Corigliano, è dotata di un servizio urbano, finanziato integralmente dalla Regione Calabria. Tale servizio non ha però alcuna identità ed è del tutto disorganizzato. Non esistono delle linee con percorsi ben definiti e una numerazione, come si conviene nei sistemi di trasporto urbano tradizionali. Questo fa sì che il servizio venga percepito come inesistente, sia dai cittadini che dai turisti e dai potenziali utenti occasionali. Se si iniziasse pertanto a riordinare il servizio urbano già esistente, dandogli un’identità e facendolo conoscere, questo sarebbe già ora più che sufficiente a soddisfare l’attuale domanda di trasporto tra il centro storico e la frazione Scalo, e probabilmente ne potrebbe generare anche di nuova (basti pensare ad esempio all’utilità di istituire una linea Stazione FS – Centro Storico, magari già esistente ma non riconoscibile facilmente in quanto priva di numerazione e percorso definiti, con orari e frequenze fumose e poco chiare). A questo punto, nel momento in cui si arrivasse a superare la “massa critica” di passeggeri tale da giustificare un sistema di trasporto urbano a impianti fissi (come può essere appunto una funicolare o anche una funivia/cabinovia) allora sarà il momento di iniziare a valutare seriamente il progetto e significherà essere riusciti a creare la “cultura del trasporto pubblico locale” di cui si parlava sopra.

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