Hitachi o una cordata cinese: due i colossi stranieri che potrebbero rilevare le Omeca di Reggio Calabria

OMECA

Da www.ilquotidianoweb.it

REGGIO CALABRIA – Anche la Omeca (Officina Meccanica calabrese) dello Stretto saranno vendute all’estero. Un tonfo. Non un annuncio campato in aria, ma la decisione dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti che ha parlato ad un convegno su hi-tech a Pisa. Lo stabilimento che sorge sul mare (strane logiche architettoniche industriali degli anni scorsi) potrebbe essere ceduto a Hitachi oppure a una cordata cinese. Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica lo dice freddo, senza mezzi termini: «Anche l’impianto di Reggio Calabria deve stare dentro il progetto» di cessione del settore trasporti di Finmeccanica che comprende Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Poi aggiunge che «in corsa ci sono due imprese molto serie di livello mondiale».

I pretendenti per il comparto trasporti sonoappunto la giapponese Hitachi e la cordata cinese tra Cnr e Insigma. Ricorda pure l’ad che uno dei gruppi a cui si riferisce e che reputa serio, in passato era sfuggito e aggiunge: «Ma a differenza di prima abbiamo inserito nel ferroviario anche il fatto che stabilimento di Ansaldo Breda di Reggio Calabria deve stare dentro questo progetto, le altre volte era escluso». Non si comprende come la notizia potrà essere accolta in Calabria. Non ci sono state reazioni ieri, di certo le battaglie dei lavoratori per conservare il loro posto di lavoro sono tante e innumerevoli.

Le Officine Meccaniche Calabresi vennero fondate nel 1961 dalla Finmeccanica nell’ambito di quell’operazione di decentramento produttivo voluta dai governi del tempo per dare sviluppo all’occupazione nel Mezzogiorno. Nel 1968 passò all’Efim divenendo negli anni ottanta il fulcro economico con l’occupazione di 600 dipendenti. Dopo varie trattative ed incontri nel mese di marzo 2010 è stato firmato un protocollo d’intesa, presso il rettorato dell’Università Mediterranea, tra la Regione, l’AnsaldoBreda, l’ateneo reggino e l’Università di Cosenza. L’obiettivo è quello di trasformare lo stabilimento in un Polo tecnologico per la ricerca e l’innovazione che risponda alle esigenze di crescita aziendali. Ora invece arriveranno i cinesi.

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