Un anno di Frecciargento Sibari – Bolzano: Settimo di Montalto non pervenuta!

Esattamente un anno fa, il 16 settembre 2019, la Calabria e la sibaritide in particolare, vincevano una scommessa alla quale, continueremo sempre ad ammetterlo, inizialmente non avevamo creduto neppure noi di Associazione Ferrovie in Calabria. Ci riferiamo al Frecciargento Sibari – Roma Termini – Bolzano, un servizio nato grazie ad una importantissima sinergia tra la Regione Calabria, con particolare riferimento all’Assessorato alle Infrastrutture condotto dal Prof. Roberto Musmanno, e Trenitalia – Divisione Passeggeri Long Haul. Questo treno, come in tanti ricorderanno, veniva realizzato grazie ad un finanziamento di 1,6 milioni di Euro da parte della Regione Calabria, al fine di rendere economicamente sostenibile un collegamento pensato per compiere un primo passo nel ritorno della lunga percorrenza ferroviaria nella sibaritide e lungo la Ferrovia Jonica. Trenitalia infatti, fin da subito, durante l’interlocuzione avviata dalla Senatrice Rosa Silvana Abate, aveva specificato che difficilmente un simile collegamento si sarebbe potuto sostenere soltanto dalla vendita dei biglietti, rendendo quindi necessario un finanziamento pubblico al fine di garantirne la sostenibilità sul tratto Napoli Centrale – Sibari (il treno infatti è un prolungamento di un già esistente Bolzano – Roma Termini). 
Il Frecciargento partì con numeri da record, che continuò a mantenere fin quando l’emergenza Covid-19 non cambiò, purtroppo tragicamente, le carte in tavola nella vita di tutti i giorni, trasporti pubblici compresi, in tutto il mondo. Addirittura, grazie al notevole successo di frequentazione, anche per la presenza delle fermate di Paola (in quest’ultima stazione sono state impostate, su nostra proposta, coincidenze da/per Lamezia Terme Centrale/Reggio Calabria Centrale) e Scalea – Santa Domenica Talao, il treno raggiunse a inizio 2020 la sovracompensazione, ovvero la Regione Calabria, probabilmente, nel 2020 avrebbe dovuto investire una somma minore rispetto agli 1,6 milioni di Euro previsti. 
Ma la scommessa più grande per questo treno, oltre al futuro prolungamento fino a Crotone/Catanzaro Lido, una volta completata l’elettrificazione, era la fermata di Settimo di Montalto. Un’infrastruttura piccola, economica, ma incredibilmente strategica. Proposta e promessa dallo stesso AD di RFI Maurizio Gentile, sarebbe dovuta sorgere a poche centinaia di metri dall’UNICAL, a servizio dell’area urbana di Rende e Cosenza, che a pochi minuti di auto o bus urbano, avrebbe con facilità potuto servirsi di questo importante collegamento ad Alta Velocità, senza la necessità di raggiungere Paola. Il costo della piattaforma di Settimo di Montalto si aggirava attorno agli 800.000 euro, peraltro finanziati su fondi POR della Regione Calabria. Addirittura la costruzione, da parte di RFI, era stata assicurata entro il dicembre 2019. Problematiche burocratiche la fecero slittare a marzo 2020, ma poi, anche complice l’emergenza Covid-19 e le precedenti elezioni regionali, tutto è caduto nel dimenticatoio. O meglio, si è ripiegati nell’istituzione della fermata di Torano – Lattarico, in attesa (eterna) di Settimo di Montalto, con risultati purtroppo catastrofici a livello di frequentazione, esattamente come avevamo (e non da soli) previsto. 
Insomma, errori su errori, lungaggini, dimenticanze: oggi siamo in pochi, ancora, a ricordare la strategicità di Settimo di Montalto, ribadendo che il finanziamento per la costruzione è già in essere, con risorse economiche appartenenti ai calabresi!
A questo punto, quindi, non possiamo che chiederci ancora una volta: l’Assessore Regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, si sta occupando di questa vicenda? Ha interesse in ciò? E’ possibile, per lo meno, che essa si esprima in tal senso pubblicamente (visto che il tema riguarda un’infrastruttura e SOPRATTUTTO denaro appartenente ai calabresi), con un comunicato stampa o qualcosa del genere, visto e considerato che non ha alcuna intenzione di incontrare nè le associazioni di settore e nè addirittura i senatori ed i deputati del territorio, nè di tornare a convocare l’Osservatorio della Mobilità (organo peraltro istituito con apposita delibera regionale, non certo convocabile o meno in base all’umore dell’assessore di turno).
Assessore Catalfamo, se c’è, batta un colpo, e stia tranquilla: le Associazioni non mordono (e non demordono, soprattutto)!

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