Crotone: commemorate le vittime dell’incidente ferroviario del 16 novembre 1989

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Una uggiosa mattinata, lo scorso 16 novembre, ha fatto da contorno alla consueta cerimonia di commemorazione delle 12 vittime del tragico scontro tra due convogli, avvenuto tra le stazioni di Crotone e di Isola Capo Rizzuto, nel lontano 16 novembre 1989. L’iniziativa, organizzata dalla sezione crotonese di Italia Nostra coordinata dalla Prof.ssa Teresa Liguori, quest’anno, oltre ovviamente alle già consolidate adesioni dell’Associazione Ferrovie in Calabria, del Gruppo Archeologico Krotoniate e della FILT – CGIL di Crotone, ha visto anche presenti il Movimento Difesa Diritti Cittadini, il Consorzio Jobel, l’Associazione Crotoniate Ferrovia Jonica, la Cooperativa sociale “I Tre Melograni” e Legambiente- Crotone. L’iniziativa, alla quale annualmente partecipano anche i parenti delle vite spezzate in quel triste giorno di 28 anni fa, si è svolta sul piazzale antistante la purtroppo desolata stazione ferroviaria di Crotone, sulla quale facciata è stata posta lo scorso anno una targa dedicata alle vittime del disastro ferroviario. Dopo tanti anni, per fortuna, sono migliorati (e anche di molto) gli standard di sicurezza relativi alla circolazione dei treni sulla linea Jonica e su tutta la rete nazionale di RFI, ed oggi un incidente come quello del 16 novembre 1989 non potrebbe più avvenire, grazie soprattutto alla presenza del Sistema Controllo Marcia Treno – SCMT, che blocca la marcia del treno in caso di superamento di un segnale a via impedita. Ciò che purtroppo però è peggiorato, o meglio precipitato, dal 1989, nonostante l’indubbia inversione di tendenza degli ultimi due anni, è il servizio ferroviario sulla Reggio Calabria – Sibari, e nello specifico nella stazione di Crotone, emblema della decadenza di una linea Jonica, che comunque prova a “rialzarsi”. Una stazione di importanza strategica, capolinea nei periodi di maggiore “splendore” di ben 6 coppie di treni a lunga percorrenza al giorno (anche con servizio auto al seguito!), oltre a movimentare migliaia di carri merci ogni anno, specie per il trasporto delle barbabietole da zucchero, fino ai primi anni 2000, una volta cessati i traffici di prodotti chimici destinati agli stabilimenti ex – Montecatini. 
Oggi il fascio dei binari della stazione di Crotone è desolatamente vuoto, e inutilizzabile/smantellato per oltre il 90%. Da 15 binari ne sono rimasti in servizio solo 3, oltre ad alcuni tronchini. Desolatamente vuota, ormai da anni, anche la biglietteria: un problema gravissimo che, ancora oggi, non si è riusciti a risolvere. Ma oltre il danno, la beffa: basta percorrere poche centinaia di metri per ritrovarsi di fronte all’enorme autostazione delle Autolinee Romano, un vero e proprio centro commerciale da dove partono e arrivano decine e decine di autobus da ogni direzione, regionale ed interregionale. 
L’annuale iniziativa del 16 novembre, perciò, oltre a non far mai dimenticare i 12 veri e propri “martiri della mobilità” che hanno perso la vita nello scontro tra i treni 8437 e 12706, rappresenta anche un momento di riflessione e sensibilizzazione sul sempre più attuale argomento relativo alla mobilità ferroviaria sul versante Jonico calabrese, ed in particolare nel sempre più isolato territorio del crotonese. 

Ventotto anni dalla sciagura ferroviaria: ecco che cosa è accaduto in quel triste giorno.

“Stazione di Crotone, 16 novembre 1989, ore 13.20 circa. Da qualche mese il movimentato impianto è più caotico del solito: ci troviamo infatti in pieno periodo di transizione tra il tradizionale sistema di controllo del traffico tramite Blocco Elettrico Manuale gestito tramite Dirigenza Locale in tutte le stazioni, al moderno sistema di Controllo del Traffico Centralizzato tramite Dirigente Centrale Operativo. All’epoca sarebbero sorti tre DCO, uno a Sibari, uno a Catanzaro Lido ed uno Reggio Calabria: con il passare del tempo e le sempre maggiori oppurtunità date dell’automatizzazione e dell’informatica, si sarebbe arrivati alla completa unificazione in quello di Reggio Calabria. Ma questa è storia recente. In quel lontano giorno di 28 anni fa, ancora si era agli albori, e si alternavana la gestione del traffico tramite CTC, ancora da rodare e quindi foriera di tanti imprevisti, con quella tradizionale tramite Blocco Elettrico Manuale e Dirigenza Locale. Ovvero, quando non si andava in automatico, il Capostazione tornava alle proprie mansioni di regolatore della ricezione e dell’invio dei treni, con berretto rosso e paletta.
Questa doveva essere la prassi alle 13.20 del 16 novembre 1989: il Diretto 8437 Cariati – Catanzaro Lido, composto da due automotrici ALn668 e in ritardo di circa 30 minuti, avrebbe dovuto attendere il via libera dal capostazione. Via libera che ovviamente non arrivava, in quanto il Locale 12706 Catanzaro Lido – Taranto, composto dalla D445 1008, da alcuni carri chiusi, bagagliai e quattro vetture tipo 1959 e similari, a causa del ritardo dell’8437 avrebbe dovuto attendere il treno incrociante proprio a Crotone. Normalmente, senza ritardi, l’incrocio tra i due convogli sarebbe avvenuto alla stazione di Isola Capo Rizzuto. Probabilmente il macchinista dell’8437 pensò che anche quel giorno sarebbe avvenuta la stessa cosa, ignora il mancato via libera del Capostazione, e avvia il treno con il suo carico di studenti e insegnanti, ignari di quanto stesse per accadere. In pochi secondi nella stazione di Crotone piomba il gelo: un manovratore cerca invano di inseguire a piedi il convoglio ancora in marcia relativamente lenta per cercare di aprire le condotte dell’aria compressa, con lo scopo di azionare automaticamente la frenatura, mentre il capostazione parte immediatamente in auto per cercare di precedere in qualche modo il convoglio. Sfortuna ulteriore vuole che al Passaggio a Livello posto al km al km 237+322 a sud della stazione non ci fosse più il casellante in quanto l’impianto era stato automatizzato: nessuno può più tentare di fermare il treno. I cellulari, ovviamente, appartenevano ancora alla fantascienza di qualche film anni ’80. Superato il passaggio a livello, purtroppo proprio sull’unico tratto in curva, accade l’irreparabile. Il 12706 con tutto il suo peso, a circa 100 km/h piomba sulle leggere automotrici, distruggendo gran parte della prima unità e facendo deragliare la seconda. Il locomotore D445 1008, subito dopo lo scontro, si incendia. Solo il fulmineo intervento del capotreno dell’8437 (che resosi conto di quanto stava avvenendo, invece di tentare di salvarsi, fece appena in tempo a gridare ai viaggiatori di trasferirsi nella seconda vettura) rese meno pesante il bilancio dello scontro. I morti furono Angelo Giuffré, Antonella Serventi, Antonio Sorrenti, Carmelina Pistoia, Delia Sozzi, Emma Gagliardi, Franca Cefalà, Loredana Gentile, Mirella Cavalli, Rita Angela Geracitano, Rosanna Perri, Salvatore Bruno. Pendolari ed in particolar modo insegnanti che rientravano verso Catanzaro Lido, Soverato, Badolato e Guardavalle, oltre a macchinista e capotreno dell’8437 ed un macchinista del 12706. 
Purtroppo il capostazione di Crotone arriva in auto a tragedia già avvenuta, mentre sulla vicina SS 106 decine di persone fermano le proprie autovetture per cercare di portare i primissimi soccorsi ai feriti, in uno scenario di rotabili accartocciati, deragliati ed in fiamme, che definirlo tragico è forse riduttivo. La macchina dei soccorsi fu imponente, e purtroppo questa sciagura fu l’occasione per tentare un rilancio – per la verità molto effimero – della linea Jonica. Dal 1989 fino ai primissimi anni del 2000, infatti, la Taranto – Reggio Calabria vide una costante crescita dei traffici su rotaia, sia merci che viaggiatori, con istituzione di nuove relazioni a lunga percorrenza ed immissione in servizio di nuovo materiale rotabile, sia regionale che per servizi a lungo raggio. Ricordiamo infatti l’arrivo delle allora modernissime carrozze per Medie Distanze e delle vetture Gran Conforto ed UIC-Z per i treni InterCity. 
Oggi, all’alba del 2018, viaggiamo tra Taranto e Reggio Calabria su quelle automotrici ALn668, spacciate per InterCity, che nel 1989 iniziavano ad essere obsolete anche per lo sfortunato Regionale 8437 Cariati – Catanzaro Lido…”

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