Ferrovia Sibari – Cosenza: tra degrado e grandi opere

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In Calabria siamo troppo spesso abitudinari, ed anche in ambito ferroviario, purtroppo, non facciamo eccezione. Ormai le vicende legate alle sorti della ferrovia Jonica, tra buone notizie (arrivo dei nuovi treni Swing) e cattive notizie (programma di right sizing di RFI, ora per fortuna in via di interruzione), o quelle relative alla fantomatica “Alta Velocità” sul versante tirrenico, monopolizzano gli organi di stampa e di conseguenza la collettività. Ma non dimentichiamo però che in ambito RFI, la Calabria non è attraversata soltanto dalla ferrovia tirrenica, da quella jonica e dalla trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale: un’altra importantissima linea ferroviaria, infatti, è la Sibari – Cosenza, della quale si tende a discutere poco e niente. E nonostante ciò, si tratta della tratta che, paradossalmente, è interessata da importanti lavori di potenziamento infrastrutturale! 
Tali lavori sono legati esclusivamente all’adeguamento del corridoio merci Sicilia/Gioia Tauro – Adriatica: un corridoio che in realtà stenta a partire (il porto di Gioia Tauro, per l’ennesima volta, non genera più alcun treno merci…), ma che da quasi un ventennio, attrae fondi praticamente infiniti per rendere continuamente al passo con i tempi la tratta trasversale jonio-tirreno. Magari tutto questo zelo (e tutti questi soldi!) ci fossero anche per la ferrovia Jonica, dove già oggi il servizio viaggiatori è molto più consistente rispetto alla Sibari – Cosenza. 
Chiaramente, lungi dal fare preferenze o calcoli su quale delle due linee generi più traffico e quindi quale delle due meriti investimenti a discapito dell’altra: piuttosto, tutte le ferrovie devono “aiutarsi” a vicenda, ed a loro volta aiutare/farsi aiutare dal trasporto su gomma che collega le aree non servite dal treno: la parola d’ordine è sempre “integrazione”.
Arriviamo così allo scopo principale di questo articolo, ovvero l’abisso che separa i lavori di upgrade della Sibari – Cosenza, dallo stato di degrado in cui versano gran parte delle sue stazioni ferroviarie. 
Emblema di tutto ciò: Spezzano Albanese Terme. 
Una stazione costruita praticamente ex-novo negli anni ’80, posta lato Cosenza, poco distante dal vecchio impianto, che era sito proprio di fronte la stazione FCL, origine della ferrovia a scartamento ridotto per Castrovillari/Lagonegro. Pensiline, sottopasso pedonale, sala d’aspetto, grande parcheggio di interscambio e addirittura un enorme scalo merci dotato di quattro binari…che per qualche anno rappresentò l’impianto di formazione delle principali sezioni dei “TEEM”, i Trans Europe Express Merci composti esclusivamente da carri refrigeranti della società Interfrigo. Il fiorente mercato agricolo ed in particolare agrumario della piana di Sibari, faceva infatti riferimento proprio alla nuova stazione di Spezzano Albanese Terme, per caricare e spedire verso il Nord Europa le famose clementine della sibaritide. 
A Spezzano Albanese Terme, inoltre, fermavano tutti i treni a lunga percorrenza che transitavano dalla linea Sibari – Cosenza, con destinazioni per praticamente tutta Italia: dalle “vicine” Taranto e Bari, a Roma, Milano e Torino, per le quali si videro transitare anche i carri auto al seguito diretti a Crotone.
Oggi tutto è cambiato: tra i malinconici loghi FS anni ’80, impressi sulla recinzione in cemento armato che cinge la stazione e lo scalo merci, troviamo quantità incredibili di rifiuti, escrementi, siringhe. La sala d’aspetto è chiusa (viene quasi da dire “per fortuna”), il sottopassaggio pedonale anche, il tabellone elettronico degli orari distrutto, le campanelle leopolder danneggiate, e non esiste una panchina per sedersi ad attendere il treno. Neanche a dirlo, lo scalo merci, abbandonato da oltre vent’anni, è stato vittima del “right sizing”, e dei 4 binari ne è rimasto raccordato alla linea ferroviaria soltanto uno, miseramente vuoto. Per non parlare del safari necessario per arrivare in macchina o a piedi in stazione: la strada sembra sia stata bombardata, mentre rovi e rami avanzano verso il centro della carreggiata, spesso percorsa da intere carovane di nomadi che con i loro camper e roulotte fanno “campo base” nel parcheggio della stazione. 
Insomma, peggio di così non si può: e pensare che, molto probabilmente, questa stazione diventerà assieme a S. Marco – Roggiano, uno dei principali nodi di interscambio gomma-ferro della tratta in questione, ricevendo i bus da Castrovillari ed hinterland. Sconcertati da questa visione ed immedesimandoci nei poveri viaggiatori sfortunati a trovarsi in una situazione ai limiti del pericolo, abbiamo inviato proprio stamane una mail (con tanto di documentazione fotografica), all’Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, e per conoscenza anche ad Andrea Esposito, responsabile di Rete Ferroviaria Italiana per il Sud Italia. In entrambi i casi abbiamo ricevuto risposte positive sul futuro di questo impianto, ed in particolare RFI ci invierà in tempi a quanto pare brevi, il piano d’azione previsto per Spezzano Albanese, con programma di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’impianto. Ma chiaramente, anche il Comune e la società civile di Spezzano dovranno dimostrare buona volontà: se la strada che conduce alla stazione è distrutta ed invasa dalla vegetazione, la colpa non è di certo di RFI o della Regione Calabria. 
Concludiamo questo breve reportage pubblicando alcune fotografie dello stato della stazione di Spezzano, e quelle relative ai lavori di upgrade della Sibari – Cosenza, per la quale è prevista anche la costruzione di varianti, sostituzione dei vecchi ponti in ferro, prolungamento degli itinerari di incrocio nelle stazioni di Mongrassano e S.Marco – Roggiano (in quest’ultima stazione è in corso di costruzione anche il sottopasso pedonale). Speriamo che il piano di riorganizzazione del TPL calabrese, che prevede l’eliminazione delle sovrapposizioni gomma/ferro, possa rappresentare un’opportunità di rilancio del trasporto regionale sulla Sibari – Cosenza, ferrovia che può servire egregiamente l’alto versante jonico, a nord e a sud di Sibari, permettendo gli spostamenti da/per Cosenza e Paola, oltre al popoloso entroterra che arriva a sfiorare i confini con la Basilicata, e che naturalmente dovrebbe tendere a servirsi della tratta ferroviaria in questione…ovviamente dandogli la possibilità di farlo, con un buon interscambio bus/treno.

Un ringraziamento all’amico Roberto Troiano, per la gentile concessione delle fotografie relative ai lavori in corso sulla ferrovia Sibari – Cosenza.

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