Foto dal Passato (n°48 – Giugno 2014)

Il primo appuntamento estivo con la Foto dal Passato, sarà decisamente “bollente”!
I due scatti che proporremo in questo giugno 2014, gentilmente inviatici dall’amico Giovanni Malara, sono assolutamente inediti: faremo un salto indietro nel tempo di circa 14 anni, tornando alla ormai lontana estate del 2000. Luogo: Officine Grandi Riparazioni di Saline Joniche.
Per approfondire la storia dell’impianto, rimandiamo alla lettura di questo post.

Riassumendo brevemente la storia dell’unica Officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato esistita in Calabria, ricordiamo che i lavori di costruzione di questo impianto vennero avviati nel 1976. Una relazione dell’allora Servizio Materiale e Trazione dell’Azienda Autonoma delle Ferrovie dello Stato, recitava questo:

“La scelta della località dell’insediamento della nuova Officina per le riparazioni cicliche delle locomotive elettriche, è stata fatta non su criteri di esclusiva convenienza Aziendale, riferita ai tradizionali fatto di natura tecnico-economica, bensì in ordine alle scelte delle Autorità politiche, centrali e periferiche, nell’ambito del potenziamento industriale del Sud. La località indicata è quella di “Saline di Reggio”, a circa 30 Km da Reggio Calabria, sulla linea Ionica ed è in zona classificata sismica di 1° categoria. L’area interessata è compresa tra i torrenti Molaro I e Molaro II ed è sita nel comune di Montebello Jonico (…). Il centro abitato di Saline è molto piccolo e non dispone ora delle strutture sociali ed assistenziali sufficienti per garantire l’assorbimento di una nuova popolazione corrispondente a circa 1000 famiglie che graviteranno intorno all’Officina, quando sarà avviata. Sarà cura delle Autorità Comunali e Regionali assumere iniziative sociali atte a rendere possibile l’inserimento dell’importante complesso che l’azienda ferroviaria si accinge a costruire nella zona.”

Più o meno conosciamo tutti la storia: le Officine Grandi Riparazioni di Saline Joniche non diedero mai lavoro ad addirittura 1000 addetti tra operai e dirigenti, ma il numero totale oscillò tra le 400 e le 300 unità lavorative dal 1986 (data del completamento dei lavori di costruzione ed apertura delle officine) all’inizio del 2002, quando quello che fu l’impianto di manutenzione più moderno d’Italia, andò prematuramente in pensione. Non siamo qui a chiederci, ancora oggi, cosa andò storto. La nostra opinione, in verità, si discosta un po’ da quella di chi, semplicemente, sostiene che le OGR di Saline Joniche furono una delle tante iniziative assistenzialiste per il Sud, destinate al fallimento come la Liquichimica, sita sempre a Saline Joniche, o il mai nato polo siderurgico di Lamezia Terme. Forse le officine di Saline Joniche sono state un po’ “sfortunate”, e le colpe, forse, provengono principalmente dagli amministratori locali e regionali della nostra Calabria. Nella relazione delle Ferrovie dello Stato, si diceva che “Sarà cura delle Autorità Comunali e Regionali assumere iniziative sociali atte a rendere possibile l’inserimento dell’importante complesso che l’azienda ferroviaria si accinge a costruire nella zona”. Tutto ciò, chiaramente, non è mai avvenuto: ad oggi la frazione di Saline Joniche si presenta probabilmente più desolata del periodo antecedente alla costruzione delle officine, chiuse un po’ frettolosamente, addirittura poco prima dell’avvio dei lavori di elettrificazione della tratta Reggio Calabria – Melito di Porto Salvo, che avrebbe portato la catenaria fin dentro l’impianto di manutenzione! Come ricordiamo, infatti, le nostre OGR nacquero per le grandi revisioni delle locomotive elettriche (esclusivamente delle serie E424, E636, E645 ed E646)…nonostante l’assenza di elettrificazione fino a Saline, in seguito giunta nel 2005, poco più di tre anni dopo la chiusura dello stabilimento! Nei circa 15 anni di “servizio” delle OGR, infatti, i locomotori elettrici giungevano a Saline in coda ai treni a trazione diesel che da Reggio Calabria partivano (e partono ancora oggi) verso la linea Jonica: qui venivano sganciati, e presi in consegna da un locomotore da manovra che li trasferiva fin dentro le officine, percorrendo il famoso raccordo su viadotto che, con un salto di montone, scavalca la ferrovia Jonica e si immette all’interno degli stabilimenti, posti ad un livello più alto rispetto alla sede ferroviaria.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che, purtroppo, le OGR di Saline Joniche furono classificate come le meno produttive, se paragonate agli altri impianti italiani. Insomma, forse questo “piccolo regalo statale”, come nostro solito, non l’abbiamo saputo apprezzare e valorizzare: non si trattava della solita follia industriale come fu l’altrettanto tristemente nota Liquichimica, ma probabilmente le Officine in questione, potevano rappresentare l’unica realtà industriale sensata (ed anche convertibile per la manutenzione di rotabili più moderni) per il comprensorio del reggino, con ricadute positive su tutta la Calabria. Un po’ come lo è oggi l’Officina Nazionale Macchine d’Opera di Catanzaro Lido.

Attualmente, a 12 anni dalla chiusura, gli ancora moderni capannoni sormontati da un enorme logo FS anni ’80, non possono non essere notati da chi percorre in treno la ferrovia Jonica o in auto la Strada Statale 106: attendono lì una nuova vita che forse mai arriverà…neanche per usi diversi da quelli ferroviari, dopo che l’asta per la vendita dell’impianto da parte di Ferservizi (società del gruppo FS) è andata deserta. Ma chissà. Mai dire mai, in questa strana Italia, e soprattutto in questa ancor più strana Calabria.
Per adesso godiamoci le due fotografie della splendente E646 128, una delle prime unità pellicolate in livrea XMPR, ed una delle ultime ad uscire dalle OGR di Saline Joniche. Una curiosità: la E646 128, dopo essere stata consegnata nel 2000 a seguito della revisione, fu assegnata a vari depositi locomotive italiani, prima di terminare la carriera, nel 2009, proprio al Deposito Locomotive di Reggio Calabria, a pochi chilometri da dove nove anni prima venne rimessa a nuovo…

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